2014
Lanterna magica, Genoa e Sampdoria da Mille e una notte
Genova torna a sorridere: favole a confronto
COVER STORY GENOA SAMPDORIA – C’è una Genova che va sott’acqua quando viene colpita per ore dalla pioggia e ce n’è un’altra che sfiora il cielo dell’alta classifica: così diverse, queste due facce della stessa città hanno in comune coraggio, tenacia e caparbietà. Genova è una città che sa lottare, dimenarsi nel fango e poi rialzarsi, rimboccarsi le maniche e poi ripartire. Non sorprende allora che i suoi due storici club calcistici ne siano un luminoso riflesso, che ha risposto all’emergenza scrivendo una favola. Anzi due.
IL GRIFONE – Dopo anni di sali e scendi in un’altalena di delusioni e conquiste, il Genoa, il club calcistico più antico di Italia, si tiene stretto da otto anni la Serie A e si gode il suo quarto posto con il Napoli ed un momento magico: al Friuli, dove l’Udinese non perdeva da aprile, è arrivata per la squadra di Gian Piero Gasperini la terza vittoria consecutiva fuori casa (non accadeva dal 2009) e il quarto successo nelle ultime cinque partite. Ad un punto dai “cugini” blucerchiati, il Grifone ha replicato il record del 1932/33, collezionando 18 punti nelle prime 10 giornate. Una buona preparazione atletica e il lavoro sapiente di Gasperini, che al settimo campionato rossoblù (il sesto in Serie A) sta plasmando la sua filosofia calcistica con la rosa variegata, stanno aprendo scenari affascinanti. Il Genoa, però, rappresenta anche una risposta concreta alla crisi del calcio italiano: può vantare un vivaio fertile e sul coraggio dell’allenatore nel gettare nella mischia i giovani talenti, come accaduto, ad esempio, con Mandragora in occasione della sfida contro la Juventus.
MI RITORNI IN MENTE… – Un inizio così scoppiettante non può che rievocare inevitabilmente la stagione 1990/91, quando erano in vigore i due punti per vittoria: quel campionato si concluse con la vittoria dello scudetto da parte della Sampdoria e il quarto posto del Genoa. Nella stagione successiva poi la Sampdoria arrivò in finale di Coppa dei Campioni, che perse contro il Barcellona, mentre il Grifone si fermò contro l’Ajax in semifinale di Coppa Uefa dopo aver eliminato ai quarti il Liverpool. Ma senza andare troppo indietro con la macchina del tempo, per quanto riguarda la Sampdoria possiamo fermarci al 2009, quando centrò la qualificazione in Champions League. Peccato, però, che l’anno successivo sia arrivata la retrocessione e di conseguenza lo smantellamento della squadra…
I BLUCERCHIATI – Ancor più brillante in campionato è il cammino della Sampdoria, che tra l’altro in casa, dove ha collezionato quattro vittorie ed un pareggio, è ancora imbattuta e ha incassato solo due reti. La rivoluzione di Sinisa Mihajlovic ha dato un’identità ben precisa alla squadra blucerchiata, ordinata e solida in fase difensiva, arrembante e spietata in quella offensiva. Le intuizioni del tecnico serbo non sono un azzardo, ma un mix tra la programmazione oculata e la spensieratezza dei giovani. Al terzo posto con la Lazio, la Sampdoria ha sfornato numeri record in questo avvio di stagione: sono solo sei le reti incassate, tante quante la Roma, ma anche cinque vittorie, quattro pareggi ed una sola sconfitta. Un calcio allo scetticismo da parte del presidente Massimo Ferrero, che ha rilevato il club dalla famiglia Garrone e avviato un progetto di rinnovamento totale. L’ultimo tabù è battere una big, l’occasione è dietro l’angolo: stasera, infatti, c’è il Milan.
IN VETRINA – Le due squadre della città più in alto in classifica stanno regalando anche storie sportive interessanti. Dopo aver pescato dal cilindro Mandragora, il giocatore più giovane schierato in Serie A, Gian Piero Gasperini ha rilanciato Iago, che si era perso nella girandola di trasferimenti (dalla cantera del Barcellona alla parentesi nella Juventus per finire poi al Tottenham); il tecnico del Grifone, però, ha saputo rilanciare Matri, il quale ha ritrovato la via del gol e la speranza di ritagliarsi un posto in Nazionale. Non è stato da meno Sinisa Mihajlovic, il quale ha rivitalizzato Okaka, Palombo e Romero, ma anche lanciato Rizzo, cresciuto a due passi da Marassi, ma maturato a Pisa e a Modena.
I PRESIDENTI – Molti i punti in comune tra le due squadre di Genova, che vantano due profili simili al loro capo. Vulcanici Enrico Preziosi e Massimo Ferrero, che hanno poco però di genovese. Il primo è un imprenditore irpino trapiantato in Lombardia, mentre il secondo è un produttore cinematografico romano. Due storie diverse, ma due personalità simili: entrambi sopra le righe, anche se l’istrionico Ferrero nelle ultime settimane ha catalizzato la scena con i suoi “show”. Ma due anime così forti non potevano finire che per scontrarsi: è accaduto in Lega Calcio con il derby della Lanterna sullo sfondo. E con un solo punto a dividerle, il duello a distanza è destinato a proseguire: la città ha un motivo per sorridere, il resto d’Italia una lezione da non perdersi.