2014
Mazzarri chiama a raccolta i tifosi: «Fondamentali per l’Inter»
Poi il tecnico si tradisce: «I pareggi sembrano tragedie…»
INTER MAZZARRI SERIE A – «Le parole del presidente Thohir non voglio commentarle. Ma sicuramente mi sento in dovere di aggiungere qualcosa: in un momento così importante, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. E, a maggior ragione, della nostra gente». Dopo i fischi e le incomprensioni, Walter Mazzarri lancia un appello ai tifosi dell’Inter, alla vigilia del match con il Verona: «È un’ottima squadra, capace di difendersi e ripartire bene. Mandorlini sta facendo un ottimo lavoro, come tutta la società. Ma io penso solo alla mia squadra: dobbiamo ripartire dal primo tempo con il Saint Etienne, allora sì che faremo una grande partita».
CASUALITÀ – A punire i nerazzurri, anche in Francia, l’ennesimo errore in fase difensiva: «Non penso sia un problema di concentrazione – ribatte Mazzarri – ma di casualità. Ci mettiamo comunque del nostro, questo è vero. E ne ho parlato con la squadra: nei primi minuti ogni squadra ci presserà, dunque dovremo essere meno leziosi. Vidic? Fatemi capire un po’ il suo errore… Lui va sull’uomo, in marcatura, e la palla gli sbatte fortuitamente addosso. Ha giocato bene e guidato la difesa, non servono polemiche inutili».
FONDAMENTALE – Dopo il Verona, due settimane di sosta. «Benedetta», come l’ha definita il tecnico livornese: «Spero che in questi 10-12 giorni la squadra possa ritrovarsi sotto tutti i punti di vista. La squadra sa che, se siamo al completo, possiamo mettere in difficoltà chiunque. Ma adesso viviamo un momento di difficoltà e dobbiamo essere bravi a superarlo, con l’aiuto di tutti. Palacio? Per noi è fondamentale, purtroppo la caviglia ancora non sta benissimo. Speriamo che possa trovare il gol per sbloccarsi, soprattutto dal punto di vista mentale».
PERSONALE – Dal punto di vista personale, il Mazzarri versione Inter sembra molto diverso da tutti gli altri: «Non mi piace troppo parlare del mio operato… Certo, qualche partita è stata sbagliata, ma io provo a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. A Genova avevo un compito diverso: lanciare i giovani, senza pressioni. Qui invece… A volte i pareggi sembrano tragedie, e questo complica anche il processo di crescita dei più giovani».