2014
Gasperini: «La mia difesa? Accorciare e aggredire»
Il tecnico del Genoa parla di tattica con La Gazzetta dello Sport
GENOA GASPERINI – Gian Piero Gasperini, allenatore del Genoa e grande maestro tattico, ha rilasciato queste dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport raccontando il suo inizio in panchina tra giovanili e prima squadra: «A metà degli anni Novanta allenavo le giovanili della Juve. Usavo il 4-3-3 ma in Italia il 90% era 4-4-2, era tutto uno scimmiottare Sacchi. L’Ajax era fantastico, giocava 3-4-3 e i calciatori ballavano. Tutti sulle punte, coordinatissimi, si allenavano facendo aerobica. Dopo averli visti, mi sono stufato di dire a un terzino “vai!” e all’altro “resta!” per non sbilanciarci. E mi sono messo anche io a tre dietro. L’ho imparato dai bambini olandesi.
LE DICHIARAZIONI – Sull’utilizzo di centrali puri nella difesa a tre: «Mai. Almeno uno dei due laterali è un ex terzino, come Antonini o Marchese. Gli ex terzini sono migliori nell’impostazione, hanno l’anticipo, sono più bravi nelle uscite. Antonini è stato una rivelazione da terzo di destra: attento, un martello. Il play, invece, non è indispensabile. La mia idea di difesa è accorciare, aggredire. Posso difendere a tre, a quattro, anche in nove. Contano l’anticipo, che non si fa più, e il contrasto, su cui gli arbitri fischiano fallo. Se riesci, la gente va in delirio. Se non riesci, becchi gran fischi. L’Atletico Madrid ti aspetta davanti all’area con gente di 1.85-1.90 che corre e mena come un fabbro. È un modo di difendersi. Il mio è diverso. Se aspetti, vedi la palla tre volte in 40 minuti. Quando l’avversario fa troppi passaggi di fila, mi agito. La Juve ci ha messo lì, poi ci ha mollato un attimo e ci abbiamo provato al 94’». Poi, ha segnato Antonini…