Kovacic: «Rinnovo? Inter, voglio restare» - Calcio News 24
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Kovacic: «Rinnovo? Inter, voglio restare»

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Il croato conferma le voci sul rinnovo: «Ne stiamo parlando»

INTER KOVACIC – Non vuole alibi Mateo Kovacic, ma vittorie, risultati. Suona la carica il centrocampista dell’Inter, galvanizzato dal ritorno in nerazzurro di Roberto Mancini, il quale sembra intenzionato a costruire il suo nuovo corso attorno al suo talento. Il derby, dunque, appare già decisivo per la squadra, che deve imprimere la svolta alla propria stagione: «Lo è per ripartire e per l’autostima. Nel risultato no, vale tre punti come tutte le altre gare: perché se poi non ne vinci tre di seguito parliamo di nulla… Dobbiamo vincere e basta, a prescindere da chi segna, per poi dare continuità ai nostri risultati. Sono convinto che meritiamo una classifica migliore», ha dichiarato il centrocampista croato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

LE NOVITA’ – Kovacic, che ha saputo dell’esonero di Walter Mazzarri quando era in nazionale, si sente responsabile, perché la colpa della crisi non può essere imputata solo al tecnico toscano. Ora, però, l’Inter deve voltare pagina e può farlo con Mancini al timone: «Si vede subito, anche da come parla, che ha allenato ad alto livello. Ha carisma, tutti i compagni sono entusiasti dopo i primi allenamenti. Essere guidato da un ex numero 10 del suo livello può essere importante per me. Io e lui non abbiamo ancora parlato più di tanto, anche se mi ha spiegato i trucchi del mestiere. Tipo dove stare, come attaccare lo spazio o liberarmi da una marcatura. Mi sta già spiegando che sono io a dover cambiare posizione, anche del corpo, per non stare spalle alla porta. Ora, anche se dopo pochi allenamenti, ho capito che ho ancora tanto da imparare. Compreso il fatto che dobbiamo stare molto attenti anche alla fase difensiva. Mancini cerca molto il tocco di prima, vuole meno il giro palla e si deve provare a trovare subito la verticalizzazione. Con lui ci si allena solo col pallone. Mi ha già sgridato quando passo la palla corta invece di tentare la giocata».

IL DERBY – Difficile per il talentuoso centrocampista pensare che la sfida contro il Milan possa chiudersi con un pareggio a reti bianche: «In una gara così delicata si sta tutti un po’ più attenti. Ma dobbiamo essere noi a fare la partita senza pensare tanto a loro, siamo l’Inter e dobbiamo prendere la palla noi. Chi toglierei al Milan? Mi piacciono molto El Shaarawy e Menez, che cercano sempre l’uno contro uno. Ma il vero perno è De Jong. Bravo a far girare la squadra, ma anche un generoso che fa benissimo la fase difensiva. E’ sempre difficile saltarlo. Lui è fondamentale, poi c’è che il Milan è forte come collettivo. Pronostico? Vinciamo noi e Handanovic non prende gol. 2-0». Attenzione, però, anche a Rodrigo Palacio, che Kovacic considera fondamentale, ma anche a Fredy Guarin, che è sempre stato carico, e a Nemanja Vidic, che per il croato è fuori discussione.

NAZIONALE – Kovacic ha commentato poi i fumogeni dei tifosi della Croazia nella sfida contro l’Italia a San Siro: «Molto male. E da croato chiedo scusa a tutti. Certe cose in uno stadio non si dovrebbero vedere. Anche per questo nel mio Paese sempre meno padri portano figli allo stadio, ma è colpa di una minoranza. E mi ha dato anche fastidio che alla fine si sia parlato solo di questo e non della nostra buona prestazione».

IL FUTURO – Infine, Kovacic ha parlato del suo futuro e, quindi, della trattativa per il rinnovo, ma anche delle sirene di mercato: «Ne stiamo parlando: essendo tutte persone serie basta una stretta di mano, non c’è fretta. Io credo davvero nel progetto, ma il presidente Thohir è arrivato da appena un anno ed è assolutamente normale che gli serva tempo. Con i compagni mi trovo benissimo, amo Milano, sto bene all’Inter. E’ vero che non si può mai sapere cosa riserva il futuro, ma io voglio restare. Se è vero che l’Inter ha detto no al Barcellona? Ci sta, ma è una cosa del mio procuratore… Comunque sia, da adesso servono i risultati. Anche perché ho una voglia pazzesca di Champions. In Europa si gioca un calcio meno tattico, e mi piace di più».

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