2014
Ferrero: «Scudetto? Sampdoria in corsa!»
Il patron blucerchiato a ruota libera: dai presidenti, al mercato e ai progetti
SAMPDORIA FERRERO – Un po’ farraginosa, ma importante: così Massimo Ferrero giudica le ultime novità regolamentari, cioè le norme sugli extracomunitari e l’introduzione delle liste a 25 giocatori. Il presidente della Sampdoria ha poi parlato delle divergenze nella Lega di Serie A tra la “cordata” di Claudio Lotito e altri pochi club: «E’ una realtà che la gente deve accettare, non lo segue la Juve, non lo segue la Roma, poi forse la Fiorentina, che tende a essere indipendente, in Lega viene il ds Pradé a rappresentarla. Claudio lo conosco, a volte lui rappresenta quello che non è: lavora davvero 25 ore al giorno per darsi da fare, solo che lo rappresenta nel modo sbagliato. Certo, se 16-17 società vanno appresso a Lotito, non è che sono tutti cretini…», ha dichiarato il presidente blucerchiato ai microfoni del Corriere dello Sport.
L’ATTRITO – Ha poi preso le difese di quello della Lazio, il quale terrebbe conto di tutte le proposte e sta facendo le riforme. Ferrero ha provato, infatti, a spiegare le divergenze tra la Juventus e Lotito, che sarebbero legate ad una differenza di “estrazione sociale”: «Beh Agnelli… La Juve è la Juve, ha una supremazia, loro si sentono… la Juve, non c’è altro modo per dirlo. Io sono figlio di un tranviere, lui è figlio di uno che ha costruito la Fiat. Lotito si è fatto da solo, e dà fastidio uno che va a mettere il bastone fra le ruote. Agnelli vuole prendersi tutto senza lasciare niente, e non va bene. Penso che ci dovrebbe essere più equilibrio, anche nei diritti tv».
I “COLLEGHI” – Ferrero ha poi scherzato sulla Roma, di cui non parla perché non conosce l’inglese, mentre sul presidente del Napoli, l’amico Aurelio De Laurentiis, si è sbilanciato: «Con lui ho un rapporto bellissimo, lo conosco da quando ero piccolo. Gli voglio molto bene, Aurelio ha una mente eccelsa. Lui è un po’ stanco di questo calcio, però è come me: vuole vincere, sempre. E’ un grande uomo. Però lui è uno che non ascolta. A differenza di Lotito che fa finta di non ascoltare». Non conosce ancora tutti i presidenti il patron della Sampdoria, che però ha segnalato alcune figure del calcio italiano: «Uno simpatico è Preziosi: un bambino nel corpo di un grande. Galliani è il mio mito, mi fa ridere troppo: è una bella persona e credo che anche lui si diverta. Della Valle? Non lo conosco, ma penso che sia un genio: s’è inventato questo impero, chapeau! Zamparini? Rappresenta il suo flauto, interpretatela come vi pare. Vuol dire che se la suona e se la balla. E se non gli piace come suona, se la prende con il registratore… Dice che non capisco di calcio? Può avere ragione. Però se lui fosse un genio come vuol far sembrare, forse avrebbe vinto qualcosa. Invece cerca un messicano che si compri la squadra». Tiratina d’orecchie, invece, per quello del Torino, Urbano Cairo: «Lo amo, è fortissimo. Lo chiamo e gli dico: c’è da dare fondi per la ricerca sulla Sla, tutti si fanno la doccia ghiacciata per pubblicità ma che ne dici di darmi anche una tua quota per Samp-Torino e devolviamo tutto? Lui mi fa: “non c’è problema”. Invece, li avete visti voi i soldi? Nemmeno io… Noi come Sampdoria abbiamo versato 39.000 euro. Al ritorno tocca a lui». Ferrero ha poi spiegato di aver difeso Massimo Moratti, il quale darà una mano all’Inter partecipando all’aumento di capitale con Erick Thohir, e di apprezzare Maurizio Setti, il patron dell’Hellas Verona.
IL MISTER – L’attenzione poi si sposta sulla Sampdoria, sulla quale ha intenzione di intervenire, partendo dai lavori di ammodernamento di Bogliasco. L’arrivo di Roberto Mancini sulla panchina dell’Inter, però, non tranquillizza Ferrero circa gli eventuali futuri assalti al suo allenatore, Sinisa Mihajlovic: «Il calcio non è una scienza esatta. Al mio allenatore voglio bene e so che ha le qualità per un grande club. La stima reciproca è libertà e civiltà. Ma è chiaro che vorrei che restasse con me a lungo, come Boskov con Mantovani, per vincere insieme». Sicuro, invece, il progetto sui giovani, per i quali verranno stretti gemellaggi con altri paesi esteri e altre città d’Italia per puntare ad avere il più bel vivaio del calcio italiano.
MERCATO – Resta vago, invece, Ferrero sulle possibilità di ritorno di Antonio Cassano: «Ha avuto la possibilità di stare alla Sampdoria, ora devo guardare avanti ai tanti Cassano che crescono. Gli voglio bene e ogni tanto ci scriviamo dei messaggi. Come si dice, mai dire mai». Spera di trattenere, invece, Stefano Okaka, che piuttosto vorrebbe blindare: «Non lo vendo a gennaio e stiamo incontrando il suo procuratore per trattare il contratto: io ci credo. E’ forte anche Romagnoli, ma è in prestito. Un bravissimo ragazzo, mi chiama papà. Sicuro di trattenere Okaka? Se ce lo chiede il Real, io lo mando a Madrid, per carità…», ha affermato Ferrero, che ha rivelato di avere in mente qualche rinforzo per gennaio, senza però rivelarne l’identità per non far alzare il prezzo. Di sicuro ha rinunciato a prendere Balanta: «Io stavo partendo per l’Argentina, ma ogni giorno usciva fuori un procuratore diverso, o uno che aveva una quota del cartellino. Ho parlato con il presidente del River, poi ho lasciato perdere. Sarà un problema per chiunque, anche per la Roma. Per questo, noi appoggiamo la mossa della Fifa: la titolarità dei cartellini deve essere solo delle società di calcio. Abbasso gli speculatori». Discorso diverso per Romero, che resta in bilico per gennaio: l’intenzione della Sampdoria, però, è di trattenerlo.
PROGETTI – Nel frattempo la Sampdoria è al lavoro col Genoa per prendere in gestione il Ferraris e ristrutturarlo, anche se c’è l’intenzione di costruirne uno di proprietà. Pensa in grande Ferrero, che vorrebbe vincere lo scudetto con la Sampdoria: «E’ possibilissimo, in questo campionato più degli altri. A parte Roma e Juve, c’è il Napoli con grandi calciatori, ma poi? L’Inter con noi ha vinto con un rigore al novantunesimo… Europa? Intanto pensiamo al Cesena, poi alle altre gare: i miei ragazzi dimostreranno quanto sono forti».