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Solo per la città: il derby di Milano cambia pelle

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Una sfida che vale solo la supremazia cittadina… o poco più

COVER STORY DERBY MILAN INTER – L’atmosfera è cambiata a Milano di pari passo con le prospettive dei suoi due club calcistici: Milan e Inter si daranno battaglia in questa stagione per il terzo posto, che vale la qualificazione in Champions League. Non è tempo per ora di sfide scudetto per le due milanesi e allora ai tifosi tocca rispolverare un po’ di «old school» per respirare i vecchi fasti. I tamburi torneranno a suonare a San Siro in occasione del derby: lavori in corso, infatti, tra i tifosi per regalare un grande spettacolo sugli spalti nella speranza poi che le squadre rispondano sul campo. Ma al lavoro sono anche le due società, che sono alleate politicamente e commercialmente. Sono cambiati anche i rapporti tra i due club, che restano rivali solo nel rettangolo di gioco.

ALLINEAMENTO – Ne è la dimostrazione l’incontro avvenuto tra l’amministratore delegato rossonero Barbara Berlusconi e il presidente nerazzurro Erick Thohir, dove sono state gettate le basi per strategie comuni, così come lo è la sinergia su San Siro, che sarà ammodernato in attesa di capire se procedere su binari diversi con gli stadi di proprietà. Abbiamo assistito, dunque, ad un allineamento tra Milan e Inter, che stanno anche pensando di inserire in una delle pause del calendario un’amichevole di lusso all’estero: un derby della Madonnina lontano da Milano per promuovere i rispettivi brand. L’idea dell’amministratore delegato Adriano Galliani è, invece, ancor più suggestiva. Ci riferiamo al progetto di fondere i due club per farli partecipare ad un torneo estivo tra città: ad esempio, Milano potrebbe vedersela con Madrid, Londra contro Manchester.

MACCHINA DEL TEMPO – Un derby storico come quello di Milano non può che essere ricco di particolari, retroscena e aneddoti, oltre che di curiosità statistiche. Pensiamo, ad esempio, a Mazzola, che ha siglato il gol più veloce del derby, cioè dopo 13 secondi e senza che il Milan toccasse palla, nell’anno in cui l’Inter vinse lo scudetto e il Milan alzò al cielo la Coppa Campioni, ma ricordiamo anche a quelli decisi negli ultimi minuti, come il derby del 1990 deciso da Berti a cinque minuti dalla fine o quello del 2005 deciso all’ultimo minuti da Adriano. C’è stato il derby da pallottoliere del 1949, che finì 6 a 5 per l’Inter, ma pure quello con ribaltone del 2004 con Tommasson, Kakà e Seedorf a segno dopo Stankovic e Zanetti, e quello più pesante, cioè la semifinale di ritorno di Champions League del 2003 con Martins a segno dopo Shevchenko e la parata di Abbiati su Kallon, che valse la qualificazione nella finale poi vinta ai rigori contro la Juventus. Tra i protagonisti anche Maldini, che ha il record di presenze nel derby, cioè 56, 9 stracittadine in più di Zanetti; Shevchenko è, invece, il bomber dei derby, perché all’Inter ha rifilato 14 reti, una in più di Meazza.

GLI ALLENATORI – Primo derby da allenatore della prima squadra per Filippo Inzaghi, che l’ha vissuta in questa nuova veste solo con le giovanili rossonere. Equilibrato il bilancio del tecnico rossonero, che con gli Allievi Nazionali e la Primavera ha raccolto due vittorie, due pareggi e due sconfitte. Il primo derby da giocatore è stato positivo: l’allora attaccante firmò il tabellino dei marcatori, segnando uno dei quattro gol con cui Terim sconfisse Cuper. In totale da giocatore ha collezionato quattro gol. I “numeri” di Roberto Mancini nei derby, invece, non sono beneauguranti, perché ha pareggiato il primo da allenatore della Lazio e dell’Inter, perso il primo di Manchester e a Istanbul. Servirà un amuleto, allora, al tecnico jesino, che però nella sua precedente gestione nerazzurra ha conquistato quattro derby, ne ha pareggiato uno e ne ha persi tre.

I TALENTI – La sfida tra Milan e Inter non si gioca solo fra campioni affermati, ma anche tra giovani promesse: è questo il caso, infatti, di Hachim Mastour e Federico Bonazzoli. L’attaccante rossonero non ha ancora debuttato tra i professionisti, ma potrebbe seguire le orme di quello nerazzurro, che è stato gettato nella mischia da Walter Mazzarri a maggio nella partita contro il Chievo e in Europa League a novembre per la sfida contro il Saint Etienne. Le storie di questi due talenti si intrecciano: Mastour, ad esempio, poteva finire all’Inter, ma quando allentò la presa sul gioiellino che cresceva nella Reggiana si fece sotto il Milan, che nella scorsa primavera ha rifiutato una proposta del Barcellona. A Casa Milan puntano su di lui, convinti che possa diventare un big. Convinzione condivisa dall’Inter per quanto riguarda Bonazzoli, che è già nel giro dell’Italia U21 di Luigi Di Biagio. In attesa del primo contratto da professionista, il 17enne è diventato il secondo calciatore più giovane di sempre a giocare in Serie A nella storia del club nerazzurro, dopo Massimo Pellegrini. E’ un predestinato Bonazzoli, che ha già vinto due scudetti con i Giovanissimi e gli Allievi nerazzurri.

I CAMPIONI – Storie di talenti in rampa di lancio e di campioni a caccia, invece, del rilancio. E’ questo il caso di Fernando Torres, la cui astinenza dal gol dura da 460 minuti, cioè dalla rete contro l’Empoli, l’unica tra l’altro messa a segno nelle nove partite disputate finora in campionato. Non è ancora riuscito a convincere l’attaccante del Milan, che conferma il parere di chi lo ha giudicato in fase calante. Filippo Inzaghi lo aspetta, ma non intende farlo a lungo, perché è agguerrita la lotta per il terzo posto, che vale la qualificazione in Champions League. E se fino a gennaio l’apporto dello spagnolo sarà ancora insoddisfacente, allora il Milan valuterà il da farsi sul mercato. Ancor più lungo, invece, il digiuno di Rodrigo Palacio, che manca l’appuntamento con il gol da ben 193 giorni: per rendere meno utopistico l’assalto al terzo posto Roberto Mancini dovrà ritrovare il centravanti argentino, che si è perso dopo il Mondiale, a cui tra l’altro ha partecipato grazie alle infiltrazioni alla caviglia sinistra. Vuole tornare ad essere decisivo Palacio, che di diritto è entrato nella storia dei derby della Madonnina con il gol di tacco proprio “alla Mancini”, siglato il 22 dicembre 2013. La storia tende a ripetersi, lui ci spera.

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