2016
La bella ma strana festa: protagonisti due fantasmi
I 90 anni del Napoli: tregua tra tifosi e società, non cè contestazione per loccasione
Novanta anni di Napoli: 1 agosto 1926, 1 agosto 2016. La lunga storia di un popolo che ha toccato le vette della gloria – alterando anche solo per un breve periodo la geografia del calcio italiano, decisamente impiantata a nord, come del resto buona parte della struttura economica del Paese – e raschiato il fondo del barile, con quel fallimento che aveva persino messo in dubbio l’esistenza del calcio nella città più sudamericana d’Italia.
90, COME I MILIONI DI HIGUAIN – La storia del Napoli la conoscete un po’ tutti: sintetizzarla in poche righe – come da noi svolto in precedenza – ovviamente porta ad estremizzare i concetti ed offuscare le sfumature. Ma in nessuna città italiana come a Napoli, tendere alla radicalizzazione – nel bene e nel male – non è poi così errato: da queste parti si vive così, a mille all’ora ma lentamente, in quel folle equilibrio che non hai modo di comprendere se non ne fai parte. I 90 anni sono inevitabilmente condizionati dai 90 milioni: quelli versati dalla Juventus per soffiare al Napoli il nuovo idolo Gonzalo Higuain. La sua assenza, per un popolo passionale e poco incline alle vie di mezzo, include il senso pieno del tradimento. Acuito dalla destinazione: Juventus, la nemica di una vita, a giustificare il tutto – nonostante l’evidente concorso di colpa di Aurelio De Laurentiis, reo di non aver rinforzato la squadra a dovere ed aver disatteso le promesse fatte all’argentino – neanche ci si prova.
L’ALTRO FANTASMA – Il Napoli, in primis nella persona del suo presidente, non si aspettava l’effettivo pagamento della famosa clausola rescissoria da parte della Juventus. Sbagliando. Perché, una volta raggiunto l’accordo con Higuain, la Juventus avrebbe avuto una sola strada per acquistare il centravanti sudamericano: versare i 90 milioni. Eppure era palese: Marotta era ben consapevole che lo stesso De Laurentiis non avrebbe mai trattato per cedere il Pipita alla Juventus. L’altro fantasma della serata diventa il successore di Gonzalo Higuain: un’eredità pesante che – per tutto quanto accaduto – necessita di una risposta. Di un segnale forte e chiaro da parte del Napoli. Non reagire, o farlo con una soluzione intermedia (che appunto non appartiene alle dinamiche di questo popolo), risulterebbe un gesto di debolezza. Con l’entusiasmo ai minimi storici degli ultimi anni – fattore clamoroso considerando il secondo posto appena centrato e la gloriosa Champions da disputare a breve – il rischio di un certo ridimensionamento sarebbe dietro l’angolo.
LA SERATA – Lavezzi saluta dai suoi social, Cavani addirittura con un video messaggio trasmesso direttamente all’interno del San Paolo, Mazzarri lo aveva fatto con parole oltremodo sentite: i protagonisti della recente storia partenopea si fanno sentire. Il fantasma da 90 milioni ovviamente non può: troppo calda la ferita. L’orchestra del Teatro di San Carlo – il teatro lirico di Napoli – ad emozionare il San Paolo, così come ‘O Sole Mio e ‘O Surdato nnammurato, reinterpretati in chiave moderna dai tenori de Il Volo, il messaggio dell’idolo di sempre Diego Armando Maradona che invita i tifosi a dimenticare Higuain, le parole d’amore incondizionato del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Poi la presentazione della squadra: il boato per capitan Hamsik, il vero simbolo del Napoli post-Maradona, il benvenuto ai nuovi acquisti Lorenzo Tonelli, Emanuele Giaccherini ed Arkadiusz Milik, attaccante polacco proveniente dall’Ajax e fino a stasera in attesa di ufficializzazione. Alla fine una bella serata di passione, una sorta di tregua tra i tifosi delusi ed una proprietà chiamata ad immediate risposte: stasera era giusto andasse così, da domani Aurelio De Laurentiis tornerà inevitabilmente sotto l’occhio del ciclone.