2016
Serie A: il calendario tradisce sempre
Cosa è successo negli ultimi cinque anni: ecco qualche precedente…
Viaggiare nel futuro è sempre un bell’immaginare. Quando esce il calendario del campionato ci si mette sempre un bel paio di ali di carta e si fanno voli pindarici, ragionando su difficoltà presunte relative agli inizi del torneo, con tanto di squadre che lamentano dure partenze e altre che – in virtù delle avversarie toccate in sorta – vengono elevate subito al rango di favorite. In realtà, sono elementi di giudizio del tutto comprensibili ma anche assolutamente aleatori, puntualmente smentiti dalla prova dei fatti. Anche durante l’anno, peraltro, non solo nei primi turni quando l’identità delle rose è ancora da definire compiutamente. L’esempio più clamoroso si è avuto proprio nell’ultima stagione, quando nel finale tutti convenivano sulla data del 25 aprile come momento della resa dei conti tra Juventus e Napoli nella giornata nella quale avrebbero affrontato Fiorentina e Roma in trasferta. In realtà, la risoluzione del campionato si è determinata molto prima, dando così una dimostrazione quanto mai perfetta di come i valori virtuali contino davvero poco, anche se piace a tutti credere il contrario. Prendiamo come test il quinquennio della Juventus tricolore e proviamo a capire come le aspettative generate dal calendario siano state più o meno tradite. Fa sorridere che il grande ciclo bianconero sia nato in seguito a una distorsione degli appuntamenti, visto che il torneo 2011-12 prese avvio dalla seconda giornata, permettendo così ai bianconeri di debuttare in casa contro il Parma invece che a Udine. Ricordo bene il forte pessimismo generato dal precampionato del primo Conte, i dubbi relativi alla capacità della squadra di assorbire e mettere in pratica le sue idee relative al 4-2-4, persino qualche ironia beffarda la sera dell’inaugurazione dello Juventus Stadium, del tipo: bravi, ottimo impianto e cerimonia splendida, ma che ambizioni potete avere se avete pareggiato persino con il Notts County? Il 4-1 su Giovinco e compagni modificò solo in parte quei giudizi, la sensazione che partire lontano dal proprio pubblico era stato un bel regalo non si modificò neanche con il successivo successo a Siena. Con 6 punti e tanta fiducia in più, il cammino sembrava semplificato. Ed invece, i successivi pareggi in casa con il Bologna e a Catania (entrambi per 1-1) dimostrarono ancora una volta di più che la teoria non rispetta mai la pratica. E la prova del nove arrivò con il Milan campione in carica, sconfitto dalla doppietta di Marchisio nella gara che diede a tutti la consapevolezza che quella Juve era pronta quanto meno per coltivare qualche ambizione.
SORTEGGI DEI CALENDARI DI SERIE A: GLI ULTIMI PRECEDENTI
Clamoroso il caso del campionato successivo. Al momento dell’uscita dei calendari certamente in casa Milan qualche sorriso era spuntato. Esordio in casa con la Sampdoria, viaggio a Bologna, Atalanta a San Siro, trasferta a Udine. Ebbene, tolti i 3 punti guadagnati al Dall’Ara, i rossoneri andarono incontro a ben 3 ko, chiarendo immediatamente come le contemporanee partenze di Thiago Silva e Ibrahimovic avessero compromesso in maniera quasi totale la competitività della squadra per quanto riguardava la lotta tricolore. 2013-14: la terza Juventus di Antonio Conte (la prima con Carlitos Tevez) ha una partenza tutt’altro che agevole: Sampdoria, Lazio e Inter, tutte squadre da parte sinistra della classifica. Il 10 argentino è il match-winner a Marassi, l’esordio allo Juventus Stadium è una goleada contro i biancocelesti di Petkovic e a San Siro l’1-1 finale soddisfa in fondo i bianconeri. Ad approfittare di un buon tabellone è il Napoli, che chiude a punteggio pieno il primo trittico degli impegni contro Bologna, Chievo ed Atalanta (per di più con 9 gol complessivi messi a segno). Alla quarta i partenopei stracciano i pronostici e vanno a sbancare anche San Siro sponda rossonera, salvo poi inciampare al S.Paolo con il Sassuolo neopromosso, che sulla carta doveva essere l’impegno più semplice da affrontare. Attenzione al fattore Di Francesco, torna come l’assassino sul luogo del delitto anche nel 2014-15. L’ipoteca sull’inizio della Juventus è la brutta fama degli inizi di Massimiliano Allegri nelle esperienze precedenti, prima e più ancora delle insidie del calendario. Che pure non è agevole con la suggestione del confronto con il suo passato alla terza giornata e per di più a San Siro. Il campo spazzerà problemi e riserve tutto d’un fiato: i bianconeri infilano sei vittorie consecutive, compresa lo scontro diretto con la Roma e vanno a fermarsi proprio a Reggio Emilia, con il solito rognosissimo Sassuolo che passa in vantaggio con Zaza, prima del pareggio di Pogba. Infine, l’ultimo campionato. E qui, più che il sorteggio determinato dal computer, l’impazzimento sta tutto nell’incredibile partenza rallentata dei campioni in carica che si confermeranno con un andamento davvero impossibile da prevedere. Due incontri in casa nei primi tre appuntamenti e un solo punto raccolto. Con diversi stadi di ansia: sorpresa ai limiti dello shock per lo 0-1 casalingo con l’Udinese; preoccupazione per il 2-1 rimediato all’Olimpico per un’oggettiva sensazione d’inferiorità nei confronti degli avversari; timore dopo l’1-1 con il Chievo (e un’altra gara vissuta in svantaggio) che la stagione avesse tutte le sembianze di essere “di transizione”, come qualcuno scrisse, per essere buoni e positivi rispetto al poco mostrato e raccolto per la classifica. Com’è andata a finire, poi, si sa. Perciò, stasera, non perdiamoci in troppi ragionamenti, se non con la felicità che un altro giro di giostra tra poco partirà non senza qualche sorpresa appassionante.