2009
Fiorentina: Jovetic tra presente, passato e futuro
Stevan Jovetic, talento montenegrino della Fiorentina, ha rilasciato alcune dichiarazioni al settimanale Sport Week, parlando di come si è avvicinato al mondo del calcio e di cosa ha significato questo sport nella sua crescita e del suo adattamento ad una realtà come quella del calcio italiano:Ã? “Da bambino giocavo sempre a pallone, per strada, ed ogni volta ero costretto a smettere perchè era partita la sirena che annunciava i bombardamenti. All’inizio era come il triplice fischio, poi capimmo che non era un gioco. La mia, però, è stata un’infanzia felice: in Montenegro il conflitto è durato un paio di anni, non ho niente di cui lamentarmi. Poi sono partito per la Serbia, mi dicevano di lasciar perdere, ma io avevo in testa di fare il cacliatore. A Belgrado sono rimasto quattro anni, e sono andato via da capitano del Partizan. Erano tutti d’accordo a consegnarmi la fascia, dalle mie parti non esistono differenze tra vecchi e giovani, conta solo quello che sai fare in campo. In Montenegro si impara a fare tutto presto, e dopo si è pronti a venire a giocare da voi. Quando da giovane hai giocato in italia, puoi andare dappertutto. Quanto menano, da voi, i difensori… In cosa devo crescere? Devo diventare più cattivo nel cercare la porta, troppe volte provo il passaggio o un altro dribbling invece di tirare. Firenze? Faccio qualche passeggiata con la mia fidanzata, ogni dieci metri mi fermano per una foto o un autografo ma non mi da fastidio. Cosa mi piace dell’Italia? La pasta, decisamente meglio di quella montenegrina”.