Bologna, Baraldi: "Prima salviamoci, poi facciamo le scelte" - Calcio News 24
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2009

Bologna, Baraldi: “Prima salviamoci, poi facciamo le scelte”

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Luca Baraldi, direttore generale del Bologna, ha raccontato la propria esperienza rossoblù a 100 giorni dal proprio arrivo nel club dei Menarini. Questa l’intervista concessa dal dirigente Baraldi a zerocinquantuno.com:
Si sta avvicinando il traguardo dei suoi primi cento giorni al Bologna. Qual è la cosa più evidente che è cambiata in questo periodo a Casteldebole?
Credo il clima. Rispetto a quando sono arrivato, per come l’avevo percepito io, era un clima un po’ teso. Adesso devo dire che, al di là  di tutto, la società  si è compattata, la squadra, i tecnici, gli uffici, e quindi siamo un bel gruppo: questo sta producendo peraltro anche dei buoni risultati sul campo.

Colomba, secondo lei, ha ottenuto i risultati migliori a livello psicologico o tecnico-tattico?
Entrambi, quando si fa bene sul campo credo che le attività  che l’allenatore mette “?in campo’ siano di tipo tecnico-tattico che di tipo relazionale con i giocatori, quindi di tipo proprio psicologico. Lui è stato molto bravo, è arrivato in un momento molto difficile, tra l’altro partendo da una sconfitta pesante, una partita persa 4 a 1 a Genova contro la Sampdoria. Da li ha cominciato a ricostruire mattone su mattone la casa. Devo dire che al momento sembra che quando saremo a maggio, e la casa sarà  finita, possa essere una bella casa.

Quanto manca per mettersi a sedere attorno al tavolo con il tecnico per il rinnovo del contratto?
Credo che manchi poco. Da parte mia sicuramente i tempi sarebbero quasi maturi, però bisogna che di questo ne sia convinta anche la proprietà . Nel momento in cui tutti saremo tutti convinti, si potrà  fare il rinnovo.

A fine campionato andranno in scadenza di contratto 16 giocatori. Le loro situazioni saranno valutate a fine campionato o anche prima?
Per una questione di giustizia e di equità  nei confronti di tutti di questa cosa si debba parlare a campionato finito. A risultati ottenuti, peraltro: perchè una cosa è rimanere in serie A, una cosa non esserci più.

Queste scadenze potranno incidere sul rendimento della squadra?
No, non credo: al momento non sta succedendo. Anche perchè a Bologna i giocatori stanno bene, è una città  dove si vive bene, una società  molto regolare nei pagamenti, quindi questo è un fatto per loro positivo. Oggi possiamo dire che c’è un ambiente disteso: disteso per fare bene.

E gli infortuni quanto stanno incidendo?
Gli infortuni devo dire che non sono quantitativamente molti, diciamo che forse hanno colpito alcuni giocatori che sono importanti. Però, essendo come dicevo prima un bel gruppo, pur riconoscendo che l’infortunio di Di Vaio oltre che quello di Modesto sono stati infortuni importanti dal punto di vista tecnico, abbiamo sopperito. Per fortuna Modesto credo che ormai sia sulla strada della riabilitazione fisica totale e Di Vaio sta procedendo molto bene nella guarigione.

Una parentesi la merita Appiah. Sfortunatissimo per via degli infortuni ma anche molto legato al gruppo visto che per la partita con la Juventus ha chiesto lui di poter venire in ritiro con i compagni.
Lui è un ragazzo straordinario, fra l’altro dal punto di vista tecnico non lo si può discutere perchè un giocatore fantastico. Dal punto di vista umano, effettivamente, è sofferente perchè non appena arriva il momento di scendere in campo e di debuttare ha un piccolo problemino.

Se dovesse definire questo gruppo con un aggettivo, che termine userebbe?
Un gruppo positivo sotto tutti i punti di vista. Tecnico, umano, relazionale: quindi un bel gruppo.

Entro il mese prossimo lei presenterà  il suo piano industriale. Quale sarà  la filosofia di fondo del suo progetto?
La filosofia di fondo è quella che le società  di calcio non devono pesare sulle tasche degli azionisti, quindi devono avere la capacità  sulla gestione ordinaria, quindi sulla gestione della squadra, dal mercato all’attività  ordinaria: non devono pesare sulle tasche degli azionisti.

Ed è un progetto legato esclusivamente alla permanenza in serie A?
Assolutamente si, la serie A consente economicamente e finanziariamente di poter investire. In serie B purtroppo, e lo sanno bene le squadre di serie B, oggi è molto difficile programmare perchè bisogna attingere sempre alle tasche degli azionisti per arrivare primo in classifica.

E’ già  possibile indicare un gruppo di giocatori che sarà  lo “?zoccolo duro’ del Bologna anche della prossima stagione?
Fatto il passo dell’allenatore: ecco perchè va prima deciso l’allenatore, credo che uno “?zoccolo duro’ di giocatori si determina dopo che si è determinato l’allenatore. Se, come io penso, sarà  Colomba, credo io abbia già  in testa un numero di giocatori base, rispetto alla rosa di quest’anno, che serva anche il prossimo anno.

Sarà  un Bologna più giovane quello della prossima stagione?
Credo di si, sostanzialmente sì. Abbiamo già  cominciato da gennaio a fare questa politica. Tant’è che i cinque giocatori che sono arrivati a gennaio hanno una età  media di oltre quattro anni più bassa dei cinque che sono andati via.

Lei ha sempre detto che la sua presenza nel Bologna è legata alla presenza della famiglia Menarini. Se chi eventualmente subentrasse avesse un progetto che le piace, che la convince, potrebbe cambiare idea?
Certamente io sono venuto per i Menarini, quindi laddove dovessero cedere la società , per una questione etica e di serietà  dovrei rimettere il mandato. Poi è chiaro che, siccome ho fatto una battuta l’altra sera in televisione, se arriva la Walt Disney e mi chiede di rimanere, rimarrei.

Prima si parlava della scadenza dei contratti del tecnico e dei giocatori. E il suo, di rinnovo, a che punto è?
Anche questo è legato alla scelta che deve fare la proprietà . Da parte mia c’è la disponibilità  a valutarlo, è ovvio. La disponibilità  però non è una valutazione solo economica. . Sarà  un discorso di progettualità  e di valutazione su quanto la proprietà  crederà  nel lavoro che si dovrà  fare.

Che effetto le fa sapere che molti tifosi la stimano e l’apprezzano per la sua chiarezza e per la ventata di novità  che il suo arrivo ha portato?
Questo è molto bello, secondo me è l’aspetto anche più bello del nostro lavoro, del mio lavoro in particolare. Io non faccio il calciatore quindi non posso andare sotto la curva a gioire e ricevere i complimenti della squadra, però credo di essere stato nella mia vita uno dei pochi dirigenti che è andato sotto la curva a prendere non gli insulti ma gli applausi dei tifosi. E’ successo a Roma ed è successo a Parma.

Succederà  anche a Bologna?
Questo me lo auguro, vuol dire che la gente in generale apprezza questo modo mio sincero di essere e questo modo sincero di pormi. La cosa più brutta per una squadra di calcio è raccontare delle bugie ai nostri tifosi. Come dico sempre io, generalmente nella vita cambiano tante cose ma ci sono due cose non si cambiano: la mamma e il tifo per la propria squadra. Da questo punto di vista è un sentimento che non ho mai tradito.