Addio sogno Scudetto? No. L'Atalanta perde la partita, ma non la speranza di crederci ancora (con 9 "Dublino" a disposizione)
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Addio sogno Scudetto? No. L’Atalanta perde la partita, ma non la speranza di crederci ancora (con 9 “Dublino” a disposizione)

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Uno scontro diretto Scudetto perso, ma dall’altra la matematica di crederci ancora. Sogno infranto? Se l’Atalanta sarà continua no

Sarebbe più facile gridare “addio sogni di gloria” o addirittura rinunciare al sogno dopo 48 ore se si comprende anche il raduno a Zingonia: bipolarismo emotivo e critico che ha contraddistinto un’Atalanta dove nonostante le difficoltà (che hanno tutti) è ancora lì a lottare per lo Scudetto.

La sconfitta contro l’Inter ha creato un grande amaro in bocca: superiorità netta dell’avversario, una Dea troppo prevedibile e poco furba (l’espulsione di Ederson evitabile nonostante le polemiche arbitrali) e soprattutto un -6 dalla vetta che sembra impossibile da raggiungere…dimenticandosi però che il campionato non è finito alle 22:45 di ieri sera.

Da considerare che l’Atalanta dal canto suo ha rinunciato a quel “materasso” (alias: i punti con le piccole) necessario per attutire meglio la caduta, complicandosi oggettivamente le sue carte. Fatto sta che perdere è legittimo, così come sottolineare gli errori, ma arrendersi anzitempo no. La volontà di far uscire dal cassetto quell’ago e filo sognato, desiderato e inseguito deve essere più forte di tutto, o almeno finché non sarà la matematica stessa a stoppare la più alta rappresentazione calcistica bergamasca.

Gli scontri diretti sono importanti, ma è con la continuità che si portano a casa i risultati. L’Atalanta lo ha testato sulla propria pelle: la sconfitta contro il Milan nel 2019 che sembrò chiudere le porte della Champions e poi fu la Dea ad andarci a discapito delle rivali; il 7-1 del primo anno di Gasp che doveva rappresentare la caduta libera orobica, per poi festeggiare l’Europa dopo 26 anni. Stessa cosa nel 2025 a patto di fare meno errori possibili.

Si poteva fare di più? Certamente, ma quello che non si può permettere tutto il mondo Atalanta è arrendersi. Dai giocatori a Gasperini, dalla società fino ai tifosi che dovrebbero essere i primi a crederci al di là di come andranno le cose (come fu nella salvezza impossibile di 20 anni fa). E se sarà sconfitta? Lo sarà per superiorità altrui, qualche errore proprio, ma non perché si rinunci a lottare: soprattutto quando mancano ancora 9 Dublino.

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