Italia
Pierluigi Orlandini: «Il mio golden gol mi commuove ancora. Ricordo ancora il provino all’Atalanta. Il più forte è stato Roberto Baggio per questa ragione»
Pierluigi Orlandini si racconta a la Gazzetta dello Sport: dal golden gol in Under 21 per l’Europeo a come è stato giocare per Baggio
Nel 1994 un suo gol – o meglio, un golden gol – regalò all’Italia il titolo Europeo dell’Under 21. A tanti anni di distanza Pierluigi Orlandini ha raccontato la sua vita su La Gazzetta dello Sport.
IL FIGLIO PERSO IN GRAVIDANZA – «È con me in ogni cosa, come mio figlio di 24 anni. Lui ha giocato a calcio per un po’ ed è nato il 13. Il giorno del mio provino con l’Atalanta».
IL PROVINO – «Eravamo 347, non uno di meno. Io avevo 11 anni, venivo dal calcio di strada e dei vicoli, avevo avuto il nulla osta e portato il certificato medico. Scartarono tutti tranne me».
IL PIU’ FORTE – «Roberto Baggio, incrociato a Brescia. Ogni tanto a fine allenamento mi faceva vedere come calciava le punizioni. Aveva un’aura malinconica dovuta agli infortuni e alle cicatrici sulle ginocchia, ma ricordo un’umiltà mai vista. Un fenomeno gentile».
IL RAMMARICO – «Vorrei rivivere gli ultimi anni tra Venezia e Bergamo. Avrei dovuto fare molto di più».
COSA FA ADESSO – «Ho una scuola calcio da 7 anni e collaboro con il Monza. Ho vissuto un periodo tosto, ma mi sono ripreso. In futuro vorrei fare l’allenatore».
COSA RACCONTA AI BAMBINI DEL GOLDEN GOL – «A volte mi bussano sulla spalla con il video e mi domandano: ‘Sei tu?’. Ho ancora i brividi. Anzi, quasi quasi lo reintrodurrei nel regolamento».