Bove, il dott. Andreini: «Ecco quale potrebbe essere la prognosi, ritorno in campo? Presto per dire qualsiasi cosa»
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Bove, il dott. Andreini: «Ecco quale potrebbe essere la prognosi, ritorno in campo? Presto per dire qualsiasi cosa»

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Le parole del dott. Daniele Andreini, primario di Cardiologia Clinica e di Cardiologia dello Sport, sul malore avuto da Edoardo Bove

Intervistato dalla Gazzetta dello SportDaniele Andreini, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica e di Cardiologia dello Sport presso l’Ospedale Galeazzi di Milano, prova a fornire una spiegazione sul malore avuto da Bove in Fiorentina Inter. Di seguito le sue parole.

COSA È SUCCESSO A BOVE? – «Sembra essere stato il classico arresto cardiaco. Al 99% dei casi si tratta di un’aritmia del cuore. È stato rianimato, gli è stato fatto il massaggio cardiaco. Non si può escludere che il cuore sia ripartito con il massaggio e che poi sia stato necessario usare il defibrillatore, in ambulanza o in ospedale. Se c’è una causa scatenante sotto, l’aritmia passa ma poi si può ripresentare».

IN QUALI CASI SI PUÒ PREVEDERE QUANTO SUCCESSO? – «L’aritmia non si può vedere prima. A volte invece si può intercettare la causa scatenante. Ci sono aritmie, anche maligne, che possono intervenire in cuori sani sul piano strutturale. Sono situazioni visibili solo all’elettrocardiogramma che però normalmente, in un atleta professionista, grazie all’idoneità, raramente non vengano diagnosticate. Per gli atleti professionisti le cause più frequenti di morte improvvisa sono o una cardiomiopatia, malattia a predisposizione genetica, oppure un’anomalia congenita delle coronarie. È molto difficile diagnosticarle».

COSA AVVERRÀ NELLE PROSSIME ORE – «Careggi è un centro cardiologico d’avanguardia: verranno fatti gli esami più approfonditi, come la risonanza magnetica del cuore, se necessario una tac coronarica, per fare una diagnosi sia sul versante cardiomiopatia, sia su quello coronarico. O anche per la miocardite, che con il Covid è diventata famigerata ma che in realtà c’è sempre stata e può essere legata a un fatto infettivo pregresso. Nella stragrande maggioranza dei casi gli esami svelano qual è stato il problema, se una cicatrice al cuore, un accumulo di grasso, una coronaria anomala. Se poi sarà tutto negativo, gli faranno uno studio approfondito dell’attività del cuore. La sola situazione che può provocare un arresto cardiaco senza alcun segno è la cardiopatia aritmogena, che a volte esordisce proprio così, con l’aritmia maligna. È rarissima, ma può capitare».

SE POTRÀ TORNARE A GIOCARE? – «È presto per dirlo. Se è stato un arresto cardiaco defibrillato, indipendentemente dalla causa, un ritorno alle gare è difficile. Ma è prematuro parlarne».

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