Gilardino: «Io e la squadra lasciati soli; ecco cosa ci può dare Balotelli»
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Gilardino: «Io e la squadra lasciati soli; ecco cosa ci può dare Balotelli»

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Le parole di Alberto Gilardino, tecnico del Genoa, in conferenza stampa dopo la vittoria ottenuta dai rossoblù contro il Parma

Alberto Gilardino ha parlato in conferenza stampa dopo la vittoria del Genoa contro il Parma. Di seguito le sue parole.

VITTORIA – «Siamo stati squadra. Questo racchiude tante sfumature positive. Ho avuto risposte in queste settimane dal gruppo, anche delle difficoltà e stasera abbiamo raccolto. Grande interpretazione della gara, anche dei giovanissimi in campo. Non è scontato, in una situazione di emergenza, ho cercato di isolare la squadra da queste situazioni e continuerò a farlo. Quest’anno siamo chiamati all’impresa per come è stato l’inizio e per come si sta evolvendo tutto ciò che succede al di fuori del campo. Bisogna dare atto ai ragazzi, sono solo con loro ma non mi interessa, andiamo a combattere fino alla fine, li difenderò alla morte».

BALOTELLI – «Faccio il plauso a tutta la squadra, chi ha giocato e chi ha subentrato, che è entrato con la giusta mentalità. Son felice per Mario, ha grande motivazione, dovrà allenarsi con continuità e accumulare minutaggio, sono convinto che nelle condizioni migliori ci può dare tanto. Dipenderà da lui».

LASCIATO SOLO – «Questa è la realtà, le sensazioni che un allenatore sente in settimana sono queste. Non voglio entrare nei particolari, penso a lavorare sul campo con la squadra isolandoli da altre situazioni. Non è stato semplice, sono arrivate tante sconfitte anche immeritate come contro la Fiorentina. Ma fare una prestazione del genere a Parma vuol dire che la squadra sta dando tutto, ha voglia e determinazione, abbiamo mosso palla e creato occasioni. Abbiamo vinto le seconde palle. Va dato atto alla squadra che deve continuare così, testa bassa perché il percorso è arduo e lungo, ci aspetta tra quattro giorni una gara fondamentale».

VITTORIA CHE SCACCIA LE CRITICHE – «Soprattutto a livello mentale, venivamo da due sconfitte e abbiamo preso schiaffi, ma non abbiamo subito contraccolpi psicologici. Abbiamo lottato, siamo rimasti dentro la partita, bravi tutti, non era per nulla semplice. Non è stato un periodo semplice ma questo dimostra che la squadra è attaccata alla maglia e ad un percorso lavorativo che facciamo da tempo, questo è fondamentale».

CAMBI – «L’idea era quella, Zanoli e Martin avevano speso molto, era giusti cambiare i quinti. Ci stava come sostituzione. Tutti hanno interpretato bene, anche Masini quando è entrato. Ci serve gente che combatte, che corre. Thorsby e Frendrup fanno 14 chilometri a partita, Pinamonti e Ekhator si sono sacrificati e son stati bravi anche davanti. Dietro la difesa si è mossa bene».

FRENDRUP – «Sia lui che Thorsby, sono i nostri motorino, hanno corso tanto, abbiamo recuperato tanti palloni. Arrivavano i lanci di Suzuki ma siamo scappati bene e abbiamo anche preso la seconda palla. Le qualità del Parma potevano metterci in difficoltà, siamo stati bravi a capire il tipo di partita, la avevamo preparata bene».

SOCIETA’ – «Io penso ai ragazzi e al campo, proteggendo la squadra. Non è una situazione semplice. Questa domanda non va fatta a me, altre dovrebbero rispondere. Come ho già detto, c’è bisogno di voler bene a questi ragazzi e soprattutto al Genoa, è una squadra che dà tutto, una piazza che ci applaude sempre e ama la squadra. Se vedono che i ragazzi danno tutto saranno sempre dalla nostra parte. Questa fotografia deve arrivare a 360 gradi, per il bene della squadra».

COSA SI PORTA DEI SUOI EX ALLENATORI – «Alla Cossatese giocavo, fare l’allenatore è più difficile. Poi ricordo con affetto la prima esperienza da allenatore al Rezzato. Ho avuto tanti allenatori bravi che mi hanno dato spunti, mi hanno insegnato molto sotto il profilo mentale e motivazionale oltre che sul campo. Ho avuto maestri come Lippi, Ancelotti, Pioli, Mihajlovic, il primo Prandelli. Ne dimentico qualcuno ma tutti mi hanno lasciato tantissimo».

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