Capello: «In Serie A troppe gare lente e spezzettate, in Europa c'è tutto un altro calcio»
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Capello: «In Serie A troppe gare lente e spezzettate, in Europa c’è tutto un altro calcio»

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Le parole di Fabio Capello sul calcio italiano: «Abbiamo copiato Guardiola ma con 10 anni di ritardo. Guardate Theo e la Juve…»

Fabio Capello ha fatto la storia del calcio da allenatore vincente ovunque. Oggi fa l’opinionista e ragiona sulle dinamiche presenti in Europa, aggiornando un’antica analisi che sosteneva come il campionato italiano non fosse allenante e come puntualmente in Europa si pagasse dazio. Ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport.

UNA VOLTA MAESTRI NEL GIOCO IN VERTICALE – «Eravamo, appunto. Poi… Abbiamo iniziato a copiare Guardiola, ma con un ritardo di dieci anni, e i risultati sono questi. Andiamo più piano degli altri, il nostro possesso palla è spesso sterile, il pallone gira piano e male, abbiamo poca concretezza. È una strada che non ci ha portato da nessuna parte all’Europeo, e rischia di fare danni anche nelle Coppe. Eppure è chiaro dove va il calcio: persino la Spagna ha accantonato il possesso a tutti i costi per cercare la verticalità, ed è così che ha vinto l’Europeo. E il City di Guardiola tiene palla, sì, ma lo fa nella metà campo avversaria, non davanti alla propria area come succede in Serie A…».

PARTITE SPEZZETTATE IN SERIE A – «È così. Vedo continuamente giocatori che restano a lungo a terra dopo qualunque tipo di contrasto, e se l’arbitro prova a “velocizzare” protestano tutti, spettatori inclusi. Fuori dai nostri confini non funziona allo stesso modo, e in Champions succede che grandi squadre come la Juve, il Milan o l’Inter finiscano per subire l’intensità delle avversarie, anche se magari hanno meno qualità. Occorre abbandonare questa cattiva abitudine, bisogna cambiare il chip nella testa dei nostri giocatori. Se in A domini giocando all’80 per cento dell’intensità, quando poi si sale al 100, come accade in Champions, non riesci a incidere come vorresti».

ESEMPI – «A livello individuale mi viene in mente Theo Hernandez: contro il Bruges non ha mai cambiato passo, le accelerazioni alle quali ci ha abituati in Italia sono mancate. Dovendo scegliere una squadra dico la Juventus: mi aveva sorpreso in positivo tra Psv e Lipsia, ma con lo Stoccarda è mancata in tutto. Ho visto una squadra con poca qualità, succube dell’avversario, dal primo all’ultimo minuto. A Lilla, nel prossimo turno, servirà un’altra Juve: i francesi corrono…»

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