Calciomercato Milan, sirene estere per Calabria: il futuro
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Calciomercato Milan, sirene estere per Calabria: il futuro del capitano e terzino di Fonseca

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Il giocatore rossonero potrebbe salutare la sua squadra del cuore per accasarsi altrove. Le ultime

Davide Calabria, terzino del Milan, potrebbe salutare i rossoneri e anche l’Italia trasferendosi altrove. Secondo il Corriere dello Sport, il giocatore è stato richiesto dal Galatasaray dove attualmente ci sono Osimhen, Mertens e Icardi tra gli altri.

Calabria ha il contratto in scadenza a fine anno e l’intesa per il rinnovo sembra non arrivare. Ecco perché la sua permanenza al Milan è sempre più distante.

Milan News

Calciomercato Milan, la clausola per Maldini: tutto quello che c’è da sapere sul giocatore del Monza

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Daniel Maldini ha ottenuto la prima convocazione in Nazionale e gode della stima del ct Spalletti

Il calciomercato Milan tiene sotto la lente di ingrandimento il rendimento di Daniel Maldini al Monza. Secondo la Repubblica, questi sono gli importanti aggiornamenti sul calciatore che in qualche modo è ancora legato ai rossoneri.

MALDINI INTER – «Anche altri giocatori in situazione analoga sono stati ceduti frettolosamente: Adli alla Fiorentina (e Fonseca è scoperto a centrocampo), Vasquez all’Empoli, che può riscattarlo per 900 mila euro (per rendimento, è oggi il miglior portiere della Serie A), e Daniel Maldini al Monza, dove s’è guadagnato il posto fisso e la Nazionale e nessuno gli fa una colpa di chiamarsi Maldini. A occhio, non sembra tanto peggio di Okafor o Chukwueze. Il Milan per Maldini ha diritto a metà di una rivendita futura e si è riservato il diritto di prelazione: potrà pareggiare qualsiasi offerta e, se Daniel sarà d’accordo, riprenderselo versando al Monza metà della cifra». 

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Inter News

James Montague: «In Italia i capi ultras hanno 50 anni, ma i giovani sono attratti per queste ragioni. Le curve sono l’aggregazione che non c’è più altrove. Inter e Milan? Penso questo…»

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Tifosi Inter Curva Nord 1

Le parole di James Montague, scrittore inglese esperto di tifo, sulla situazione degli ultras italiani dopo il caso di Inter e Milan

La Gazzetta dello Sport, nell’edizione di ieri, ha proposto un sondaggio dopo i recenti fatti che hanno decapitato i vertici delle curve di Inter e Milan. Ne è emersa un’attrazione del mondo ultras nei confronti dei giovani. Oggi intervista James Montague, inglese, scrittore esperto di tifo.

STUPISCE L’AMMIRAZIONE DEI GIOVANI PER GLI ULTRAS«Per niente. La cultura ultras è di fatto propria dei giovani che per indole si oppongono alle autorità, spostando continuamente il confine di ciò che è accettabile in una società. É così da sempre, anche perché è difficile fare l’ultras se hai un lavoro regolare e sei un padre di famiglia… In Italia a dire il vero è un po’ diverso, spesso i capi sono sulla cinquantina, ma i ragazzini li seguono fedelmente».
GLI ULTRAS ATTRAGGONO, LA POLITICA NON PIU’«Potrebbe avere inciso, perché i ragazzi vogliono sentirsi parte di qualcosa di importante. Cercano il senso di appartenenza che probabilmente non trovano altrove. Ma voglio sottolineare anche un altro aspetto: nel XXI secolo quale altro spazio esiste in cui i giovani possono ritrovarsi fisicamente insieme? Ormai è tutto online, il gruppo di amici è quello con cui giochi a Minecraft o GTA al pc e alla base di tutto ci sono i social media. Gli ultras invece sono una comunità di persone reali che credono in qualcosa e questo oggi può fare la differenza».
LA SITUAZIONE ITALIANA«In Italia la situazione è complessa, le pressioni sugli ultras possono arrivare da diverse parti, compresa la criminalità organizzata, quindi è praticamente impossibile pensare ad un rapporto stretto tra club e tifo organizzato, come avviene invece in Germania o in Svezia».
GLI ARRESTI DI MILANO«Spesso gli ultras sono temuti per la violenza o gli estremismi politici, a me fanno molta più paura i legami con la criminalità organizzata. Quando accade qualcosa di simile si squarcia la tenda e vedi che dietro si nascondono cose terrificanti e imperdonabili. Poi è difficile tornare indietro. Potenzialmente è un momento di rivoluzione del tifo se le autorità e i club terranno il punto, ma non è facile essere ottimisti».

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