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Walter Sabatini: «Il Napoli è l’anti-Inter, Conte fa la differenza. Ecco come riesce a entrare nella testa dei giocatori. McTominay è un grande acquisto. Daniel Madini? A Paolo dissi una cosa…»
Le parole di Walter Sabatini, ex dirigente sportivo, sulla lotta scudetto e le ambizioni del Napoli di Antonio Conte. Tutti i dettagli
Walter Sabatini ha fatto un pezzo della storia del calcio italiano come dirigente in molte realtà di Serie A. Attualmente fermo ai box anche per un problema di salute, su La Gazzetta dello Sport fornisce la sua analisi sul momento del nostro calcio.
MIHAJLOVIC – «Penso a lui tutti i giorni. E mi direbbe di sbrigarmi a recuperare del tutto e di ricominciare a fare quello che mi piace. E se le mie risposte non gli piacessero, Sinisa farebbe un casino tremendo».
NAPOLI ANTI-INTER – «Sì, anche se i nerazzurri restano i principali candidati allo scudetto. Il Napoli ha preso una strada di grandissima applicazione e velocità di pensiero. Gioca un calcio euforico, divertente e remunerativo, segna tanto. Sta crescendo Lukaku. Molti giocatori hanno una condizione stratosferica grazie al lavoro di un eccezionale allenatore. Quella di Conte è stata un’ottima scelta da parte di De Laurentiis. Antonio è un tecnico che fa sempre risultati. Senza Conte sarebbe stato difficilissimo per il Napoli uscire dalle sabbie mobili in cui si era impantanato».
IL LAVORO DI CONTE – «Il sangue gli ribolle nelle vene e questo lo trasmette. Riesce a comunicare in modo ferocemente positivo con la squadra e i giocatori lo seguono perché amano fare ciò che porta risultati».
MCTOMINAY – «É un grande acquisto, che tra l’altro deve ancora completare l’inserimento nelle dinamiche del nostro campionato. Anche nel Manchester United, quando entrava durante le partite, sapeva far cambiare marcia alla squadra».
COSA PENSA DI DANIEL MALDINI – «Che è molto forte, Lo dissi a papà Paolo tempo fa. Ha personalità, prende rischi ed è propositivo».
L’ACQUISTO DI CUI É PIU’ ORGOGLIOSO – «Il migliore lo devo ancora fare. Ho tante idee e la prossima volta gliele racconto. Ma le dico questo: non posso lasciare il calcio senza avere piazzato altri cinque o sei giocatori».