Pomigliano, la denuncia delle calciatrici: minacce, abusi e contratti falsi, le testimonianze
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Pomigliano, la denuncia delle calciatrici: MINACCE, ABUSI e CONTRATTI FALSI, le testimonianze

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La denuncia delle calciatrici del Pomigliano Calcio: stipendi non pagati, contratti falsificati, nessuna assistenza medica, minacce e molestie

Contratti falsi, firme fasulle, salari non pagati, negligenza nelle cure mediche e poi molestie e assalti: questa è stata la stagione da incubo delle calciatrici del Pomigliano. La squadra campana l’anno scorso ha giocato nella Serie A Femminile, retrocedendo all’ultimo posto e oggi – con la squadra che ha mancato di iscriversi alla Serie B -, con una denuncia alla FIFPRO, l’associazione internazionale dei calciatori professionisti, hanno denunciato gli orrori subiti dalle atlete.

A metà della scorsa stagione il club, nato nel 2019, ha smesso di pagare calciatrici e tecnici: «Ad inizio stagione i pagamenti non erano mai puntuali – commenta una calciatrice – chiedevamo sempre informazioni alla dirigenza, ma questa non ha mai risposto alle mail e ai messaggi WhattsApp». Un’atleta ha protestato di aver giocato un anno senza mai ricevere un soldo: «Ad un certo punto hanno smesso di rispondere alle chiamate del mio agente: quando ho affrontato di petto il presidente sulla questione si stava fumando una sigaretta e mi ha promesso che se ne sarebbe occupato lui, ma in realtà non ha fatto niente».

L’altra accusa è quella di aver falsificato i contratti delle giocatrici: «Crearono un documento nuovo, cambiando le date e aggiungendo le firme – ricorda una calciatrice – Per fortuna ho tenuto una copia originale, così ho potuto dimostrare che il loro era un falso. Vorrei vedere qualche sanzione per un club che falsifica così i documenti, perchè lo hanno fatto più e più volte con tante ragazze per non farle andare via».

Completamente disatrose anche le strutture sanitarie del club: nessuna visita medica prima della firma, nessun kit di primo soccorso, neanche del ghiaccio per uno scontro di gioco. E ovviamente, nessuna copertura medica in caso di infortunio: le calciatrici dovevano provvedere da se al pagamento delle spese mediche: ad una di queste fu terminato il contratto perchè si rifiutò di pagare spese che, legalmente, toccavano al club: «Ho ricevuto messaggi minatori dal club che dicevano che se non mi fossi tornata ad allenare, mi avrebbero portato in tribunale. Hanno rescisso il mio contratto senza nemmeno comunicarmelo, l’ho scoperto tramite un avvocato dell’AIC».

E per concludere, non mancano gli abusi: verbali, fisici e sessuali. Più di una volta è capitato che dirigenti e membri dello staff tecnico maschile aggredisse, a schiaffi e insulti le calciatrici. Una calciatrice inoltre ha rivelato che un uomo, membro della dirigenza, si era intrufolato di nascosto in casa sua, a cui aveva libero accesso in quanto in possesso delle chiavi: «Per molto tempo mi ha mandato messaggi su WhattsApp molesti. Una mattina, mentre pulivo casa, me lo sono trovato nel corridoio: mentre ero con le cuffie e solo in mutande e maglietta; gli ho detto di andare via, ma lui mi ha risposto che doveva far vedere l’appartemento a delle persone. Era entrato senza suonare, direttamente. GLi dissi di andare via. Ho comprato poi una telecamera per controllare e ho le immagini di persone che sono entrate nella mia camera da letto mentre non c’ero».