Gianluca Vialli, un vero "Sir" - Calcio News 24
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2009

Gianluca Vialli, un vero “Sir”

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Gianluca Vialli nasce a Cremona il 9 luglio 1964 ed è proprio nella squadra della sua città  natale che inizia la carriera da calciatore. Con la Cremonese disputa 4 campionati con la prima squadra, con cui ottiene due promozioni: una dalla C1 alla B nel 1980-1981 e poi dalla B alla A nel 1983-1984. Le sue qualità  sono già  ben visibili e nell’estate del 1984 viene acquistato dalla Sampdoria, squadra in cui Vialli esploderà  definitivamente. Debutta con la maglia blucerchiata nella massima serie il 16 settembre proprio contro la sua ex squadra (termina 1 – 0 per la Samp). La squadra doriana è all’inizio della sua ascesa sotto la guida del patron Paolo Mantovani e, negli otto anni passati in Liguria, Vialli conquista ben sei trofei: 3 Coppe Italia (1984/85, 1987/88 e 1988/89), una Coppa delle Coppe (1989/90), uno scudetto (1990/91) ed una Supercoppa di Lega (1991).

In quella squadra c’erano campioni del calibro di Pagliuca, Vierchwood, Lombardo, Cerezo, Mancini, ma Vialli era una spanna sopra gli altri ragazzi allenati da Boskov. Con lui la squadra blucerchiata ha ottenuto il massimo, grazie al suo carisma ed ai suoi gol. Vialli era un attaccante completo, che sapeva usare indifferentemente entrambi i piedi, ma era anche molto abile di testa e con ottime capacità  di dribbling. Un centravanti moderno e completo, uno di quelli che ha tracciato la linea di confine tra un’epoca per i giocatori nel suo ruolo. Inoltre, è proverbiale la sua generosità  in campo, giocava molto per la sua squadra e non perdeva mai occasione per aiutare i compagni e coprire anche in fase difensiva. Con Roberto Mancini ha formato una coppia inossidabile, etichettata come i “Gemelli del Gol”.

Si ricorda di lui un aneddoto curioso, rivelato da un magazziniere alle pagine del Secolo XIX: Nel 1988-89 erano appena uscite le maglie in triacetato, ma Vialli non le sopporta e fa richiesta di produrre due serie di maglie in cashmere, numerate dal 2 al 16, così da poterle distribuire a tutta la squadra. Tuttavia, con il passare del tempo, i compagni regalano i cimeli ad amici e tifosi, mentre Vialli se li tiene rigorosamente per sè. Nella partita di campionato contro l’Atalanta, Vialli indossa la sua maglietta tanto cara, peccato però che in quella stagione il numero era stato inserito in un riquadro bianco sul retro della maglia, mentre in quella in cashmere no, ma nonostante questo Gianluca non rinuncia al suo “tessuto pregiato”, rischiando pure la multa.

Su di lui ci sono gli occhi di tante grandi italiane, con il Milan in prima fila, ma Vialli ripete più volte il suo “no” nei confronti dei rossoneri, e confessa pubblicamente: “Ringrazio il presidente Berlusconi, ma voglio restare a Genova. Ho bisogno di un ambiente come questo della Sampdoria. E poi adesso è una grande squadra, hanno smesso di considerarci dei piccoli viziati perennemente con la testa fra le nuvole. Voglio vincere qua, poi ci penserò”. I successi arrivano, ma ci sono anche le delusioni, come quella in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, persa poi 1-0 ai tempi supplementari.

La profonda amarezza per il trofeo mancato è il preludio al cambio di maglia, che si concretizza con il passaggio alla Juventus nell’estate del 1992. I primi tempi sono duri e Vialli si deve adattare alla realtà  più solida che c’è a Torino e si deve scordare la vita spensierata di Genova. Tuttavia, dopo poco tempo arrivano anche i primi successi, ed il centravanti si dimentica della sua vecchia squadra e si focalizza a pieno sui colori bianconeri. Durante la sua permanenza in riva al Po ottiene una Coppa Uefa (1992-1993), uno scudetto (1994-1995), una Coppa Italia (1994-1995) e la grande gioia della Coppa Campioni contro l’Ajax (1995-1996), l’ultima conquistata dalla Juventus. Tuttavia, il suo periodo nelle fila della Vecchia Signora non è tutto rose e fiori e Vialli vede la sua seconda stagione costellata da diversi infortuni che sembrano condizionare in maniera permanente la sua carriera, tant’è che molti lo dà nno già  per finito. Per rimetterlo in sesto ci vuole l’arrivo di Marcello Lippi a Torino, con cui l’attaccante ritorna ad avere uno stato di forma ottimale. Grazie ai suoi gol conquista i tifosi, la stampa, ma soprattutto l’Avvocato Agnelli, che lo paragona addirittura al grande Gigi Riva.

Vialli è un leader nato, ed ovunque abbia giocato è sempre stato ricordato come un punto di riferimento in campo e fuori. Il ragazzo di Cremona riusciva a farsi amare per i suoi modi eleganti e sinceri, ottenendo così rispetto da tutti i suoi compagni. Lippi gli affida anche la fascia da capitano alla Juventus, ed il centravanti apprezza il gesto che per lui è motivo di grande soddisfazione.

L’unica maglia con cui Gianluca ha un rapporto difficile è quella azzurra. Il suo potenziale è palese, ma l’attaccante italiano non è apprezzato dai vari c.t., che non lo hanno mai preso in considerazione nonostante le sue caratteristiche devastanti ed uniche. Nel 1990 ci si attende la sua esplosione, ma finisce per fare da sparring partner durante le “notti magiche” di Schillaci, ed anche in seguito, con Arrigo Sacchi sulla panchina dell’Italia le cose non migliorano, anzi, è proprio con l’ex tecnico del Milan che l’avventura Nazionale per Vialli svanisce del tutto.

Nel 1996, Ruud Gullit, diventato allenatore/giocatore del Chelsea, chiama Gianluca Vialli e gli chiede di prendere parte a questa avventura inglese. Il giocatore della Juventus non ci pensa due volte e, tentato dall’idea di giocare in un campionato estero, ed affascinato dalla possibilità  di esibirsi in un teatro del calcio come lo Stamford Bridge, parte per Londra. Tuttavia, il rapporto con l’ex rossonero non si rivela dei migliori, e Vialli finisce ai margini della squadra. Da gran signore qual è, l’ex Juventus e Samp si allena con serietà  ed umiltà , guardando dalla panchina i compagni mentre vincono una Coppa d’Inghilterra, aspettando con pazienza il suo momento. Gullit però non lo prende in considerazione e per rivedere in campo il bomber italiano bisogna attendere il 1998, quando la preisdenza dei Blues gli concede di ricoprire il ruolo di allenatore/giocatore, riconoscendo a Vialli le sue capacità  di leader e grande tattico.

I successi non si fanno attendere e la squadra, ancora in corsa per la Coppa di Lega e la Coppa delle Coppe, centra entrambi gli obiettivi, arrivando quarta in Premier League. Vialli diventa così uno dei sei giocatori italiani, l’unico attaccante, ad aver vinto tutti e tre i principali trofei europei con tre maglie diverse. La stagione seguente inizia con la vittoria della Supercoppa Europea, vinta per 1-0 contro il Real Madrid, e della Community Shield. In campionato arriva a sole quattro lunghezze dal Manchester United e termina al 3Ã?° posto. La stagione successiva il Chelsea arriva ai quarti di Champions League alla sua prima apparizione nella competizione, riuscendo a battere per 3-1 il Barcellona nella gara di andata, ma rimediando un sonoro 5 – 1 al Camp Nou, dopo i tempi supplementari. Tuttavia, nonostante questa delusione, vince la FA Cup, anche se finisce quinto in campionato. Il suo ultimo trofeo come allenatore/giocatore è la Community Shield del 2000, dopodichè si ritira dal calcio giocato.

Nonostante le numerose vittore, ed esser diventato (fino a quel momento) il tecnico più vincente dei Blues, Vialli viene esonerato dopo cinque gare di campionato a causa di dissidi con alcuni membri della rosa, tra cui senatori quali Gianfranco Zola, Dider Deschamps e Dan Petrescu.

Per Vialli adesso ci vuole un progetto e quando si presenta il Watford di Elton John, l’ex tecnico del Chelsea non rifiuta la proposta ed inizia nel 2001 quest’avventura. Tuttavia, alla guida degli Hornets non ottiene gli stessi successi di Stamford Bridge e, dopo aver speso molto in estate, ottiene solamente un 14Ã?° posto nella First Division inglese che gli costa l’esonero al termine della stagione.

Purtroppo per Gianluca non si ripresenta più la possibilità  concreta di allenare. Ci sono stati contatti con la Juventus in due occasioni, prima dell’esonero di Deschamps, e poi prima del recente esonero di Ciro Ferrara, ma alla fine sono state fatte altre scelte, forse anche per l’immagine “scomoda” che a volte può avere una figura come quella del bomber di Cremona.

Nonostante nel mondo del calcio non rivesta più un ruolo di primo piano, Vialli è comunque rimasto coinvolto a suo modo, prima iniziando la carriera da commentatore per Sky Sport, dove con Paolo Rossi ha riscosso grandi consensi, poi scrivendo dei testi di approfondimento sul tema del calcio, di cui ricordiamo in particolare “The Italian Job”, dove l’ex bomber bianconero analizza oculatamente le differenze tra il calcio ingelse e quello italiano. Infine, a partire dal 2004, interviene anche nel “sociale”, inaugurando con Massimo Mauro e Cristina Grande Stevens, la “Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus”, dedicata alla ricerca contro la SLA ed il cancro.

Ecco un video che raccoglie alcune prodezze del centravanti di Cremona con la maglia della Sampdoria l’anno in cui realizzò 19 gol in Serie A: