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Pastore: «Per la Juve è stato importante CHIUDERE IL RAPPORTO con Allegri. Poi su Thiago Motta…»

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Pastore: «Per la Juve è stato importante CHIUDERE IL RAPPORTO con Allegri. Poi sul nuovo mister Thiago Motta…»

Giuseppe Pastore, giornalista per Cronache di Spogliatoio e Il Foglio, ha parlato in ESCLUSIVA a Juventusnews24. Di seguito il suo commento, tra l’addio di Allegri e la nuova era della Juventus targata Thiago Motta.

Cosa ne pensi di come è finita tra Allegri e la Juve?

«Noi a Cronache avevamo sentito, il giorno dopo la finale di Coppa, Paco D’Onofrio che è sempre aggiornato e ci diceva che la giusta causa era una strada improponibile. La Juve ci ha provato per indurre magari Allegri ad accettare una buonuscita più bassa. Poi c’è chi dice che ha vinto la società e chi invece dice che Allegri ne è uscito bene. Io sono stupito dal fatto che Allegri abbia rinunciato all’ultimo anno, anche se per come si era comportato era passibile di complicazioni.

Per la Juve in ogni caso è stato importante aver chiuso questo rapporto. Ora io pensavo sarebbe rimasto un anno fermo per sgonfiare lo stress accumulato nelle ultime tre stagio, ma magari lui ha altre idee come suggerisce il suo procuratore. Le panchine sembrano tutte assegnate, mancano alcune ufficialità ma in teoria non ce ne sono per lui, almeno in Italia. Credo comunque che le offerte non gli mancheranno. Sicuramente il triennio di ritorno sono state stagioni che hanno sottolineato una parabola discendente di Allegri, che era tornato con altre premesse».

Quante colpe ha effettivamente Allegri nei risultati non certo esaltanti degli ultimi tre anni?

«Allegri ha la colpa di aver dichiarato obiettivi chiari nel pre-stagione, che poi sono stati disattesi. Lui sottolinea sempre la prevalenza dei risultati sul gioco. Ognuno ha la sua visione del calcio, se però non seguono questi risultati che Allegri ha sempre proclamato… La Juve non ha mai giocato bene in questi tre anni, non nemmeno ha valorizzato i giocatori e secondo me ha sperperato possibili patrimoni come Chiesa o Locatelli, mentre i giovani si sono affermati lontano da Torino. Penso ad esempio a Soulé e Barrenechea, o allo stesso Yildiz che avevamo visto fino a gennaio e poi ha faticato ad essere schierato. Il lavoro della Juve è uno di risultati, ma fino a un certo punto.

E’ arrivato finalmente un trofeo nell’ultimo anno, ma i distacchi in campionato sono stati eccessivi. E negli anni non c’è stata una dominatrice unica, gli ultimi tre campionati hanno visto tre squadre vincere lo Scudetto, ma la Juve è finita sempre almeno 10 punti sotto. Una squadra mai davvero competitiva e a giudicare dal monte ingaggi la rosa a me non sembra così tanto inferiore. Poi Allegri ha subito anche l’onda lunga dell’ultima gestione di Agnelli e Arrivabene che è stata disastrosa, con acquisti del tutto sbagliati come Pogba o gente poco concentrata come Di Maria. Giuntoli ha chiuso i rapporti di mercato molto presto, nell’ultimo anno è stata una convivenza molto forzata. Certamente non un buon triennio, a me ha ricordato il bis di Trapattoni, ma lì c’era la scusante di un Milan molto più forte e ingiocabile».