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Europei 1992: 5 motivi per ricordare l’edizione vinta dalla DANIMARCA

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Europei 1992: 5 motivi per ricordare l’edizione vinta dalla DANIMARCA. Tutti gli eventi chiave di quella fantastica competizione

La nona edizione del campionato europeo viene vinta dalla Danimarca che batte in finale 2-0 la Germania. Ecco 5 motivi per ricordare cos’è successo.


1) La “fredda” Svezia. Nel paese scandinavo era stato organizzato il Mondiale del 1958, quello che vide l’esplosione di un ragazzino di nome Pelé e di un Brasile da leggenda. L’Europeo è ovviamente un’altra cosa, una manifestazione dalla dimensione molto più ristretta rispetto a una competizione globale, ma l’interesse è comunque molto alto. Anche grazie all’edizione precedente, quando la vittoria dell’Olanda ha promosso una nuova generazione di campioni che stanno facendo epoca.

Sono 120 i Paesi che lo seguono in diretta tv e si calcola che ci sia poco meno di un miliardo di spettatori in più rispetto al 1988. Unico limite, oltre a qualche assenza illustre che è una costante di un torneo a partecipazione ridotta, è che l’interesse degli svedesi non sia elevatissimo. Il calcio a quelle latitudini non sta godendo di grandissimo interesse, c’è una continua emorragia di pubblico, tira molto di più l’hockey su ghiaccio. Ma la nazionale gialloblu saprà risvegliare la passione. E anche se non riesce a raggiungere la finale come successe in quel lontano Mondiale, la Svezia riuscirà a promuovere un bel po’ di giocatori che andranno a ingrossare le fila dei principali campionati del continente. Tra questi la Serie A, dove finiranno per approdare Brolin, Thern, Dahlin, Andersson, Ingesson e Schwarz.


2) Il trionfo di Cenerentola. Al gran ballo degli Europei la Danimarca arriva in sostituzione della Jugoslavia, dilaniata da una guerra civile che l’Europa per un po’ di tempo trascura. Potrebbe essere un’allegra vacanza premio, invece ne esce fuori una di quelle imprese sportive che a questo livello possono capitare e al Mondiale no, la selezione è molto più dura.

Trascinata da uno Schemeichel fantastico, portiere che fa la differenza, la squadra ripescata disegna un percorso incredibile, facendo fuori le ultime 3 vincitrici dell’Europeo: La Francia, con Platini che non è più in campo ma ne è il Ct; l’Olanda, tradita da un rigore di Van Basten, proprio lui che ne dovrebbe essere la migliore garanzia; infine, la Germania, che è anche campione del mondo in carica, che nell’ultima gara viene sorpresa dalle reti di Jensen e Vilfort. A far rumore è la fama degli sconfitti più della scarsa conoscenza dei vincitori.


3) La vittoria dell’equilibrio. Vero, per vincere la Danimarca getta il cuore oltre l’ostacolo e lo si vede dai suoi gol, spesso prodezze fatte con accensioni improvvise di ritmo. Ma la forza della squadra sta in una gestione equilibrata delle gare e – anche – nella spensieratezza dell’approccio. Il risultato che più si vede nella competizione è lo 0-0, non c’è grandissimo divertimento.

4) L’ironia dello sconfitto. I media lo eleggono in Michel Platini. Un po’ perché la sua Francia arriva con uno score di tutto rispetto, tra imbattibilità e potenziale tecnico di primo livello. Un po’ perché ricordando antiche battaglie fatte in nome di un gioco spregiudicato quando alla Juve lo guidava il “difensivista” Trapattoni, ci si aspetta qualcosa di più.

Le Roi in panchina s’intristisce, con i media cerca di fare il battutista come un tempo ma quando c’è di mezzo l’onore calcistico nazionale l’operazione non riesce. E la frase più significativa di un’esperienza negativa, alla fine, è un atto di resa a un mestiere che non vorrà più fare: «Sfortunatamente io posso solo selezionare i giocatori migliori, se poi loro sbagliano i passaggi, non è colpa mia. Certo, se giocassi ancora, sarebbe diverso».


5) L’Italia non c’è. Dopo le Notti Magiche di Italia ’90, la Nazionale si perde e non riesce a qualificarsi per l’Europeo. Amara e realistica la confessione di Antonio Matarrese, presidente della Figc: «Ho pianto nel vedere come siamo caduti in basso». Faremo anche molto di peggio (e molto di meglio) negli anni a venire, ma si tratterà di Mondiali, gli Europei riusciremo a non saltarli più».

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