Calcio italiano
Rosanna Marani: «Io, PRIMA GIORNALISTA sportiva d’Italia. Rocco, Mazzola, Riva e Chinaglia: ecco il calcio di una volta. I bagni per le donne a San Siro non c’erano…»
Rosanna Marani è stata la prima giornalista sportiva in Italia, e si è raccontata al Corriere della Sera tra sport e tv
Rosanna Marani è stata la prima giornalista sportiva in Italia. Una carriera alla Gazzetta dello Sport e poi in tv, che oggi racconta in un’intervista al Corriere della Sera.
ALLA GAZZETTA NON LA VOLEVANO AL GIRO – «Il ciclista Bitossi bussò alla porta della camera: “Sappiamo che ti cacciano, siamo pronti a scioperare”. Adriano De Zan, che mi aveva appena avvertito, gli disse che così mi troncavano la carriera».
NEREO ROCCO – «Quando mi presentavo a Milanello si copriva gli occhi e diceva che ero come il diavolo con l’acquasanta. Per lavorare in Gazzetta mi ero rifatta il guardaroba, con capi extralarge. Poi ho cominciato a fregarmene: mi sembrava di sottopormi a un pregiudizio, nemmeno fossi una strega all’epoca dell’Inquisizione».
MAZZOLA – «Perfetto, maturo, appagato della sua vita privata».
RIVA – «Di una bellezza assoluta, non soltanto esteriore, ma anche interiore: lo dicevano i suoi occhi».
CHINAGLIA – «Abbastanza superficiale, ma non nel senso cattivo».
PREGIUDIZI NEL LAVORO – «Essere considerata la segretaria da chi entrava in Gazzetta. Ma rispondevo a modo mio: “Non la scuso, si informi prima” dissi a Franco Carraro. Ci si dimentica delle conquiste, ma il bagno delle donne in tribuna a San Siro l’hanno introdotto grazie a me».
LE GIORNALISTE DI OGGI – «Mi piace Paola Ferrari: ha ricordato che sono venuta prima, ma anche lei è stata una pioniera in Rai. In Gazzetta, Serena Gentile è bravissima, mi auguro diventi la prima direttrice. Chi utilizza il corpo invece non mi piace: il senso del ruolo è fondamentale».
MAMMA E LAVORATRICE – «Sì, ho avuto un figlio dal primo marito, che era malato di depressione e si è suicidato lasciandomi vedova a 28 anni e altri due dal secondo. Guadagnavo molto bene, avevo la governante fissa e la tata. Mio marito era molto paziente: quando partivo per le trasferte lui faceva il mammo».