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Giancarlo Antognoni: «Alla Fiorentina non ascoltavano i miei consigli, che amarezza…»

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Le parole di Giancarlo Antognoni, ex calciatore della Fiorentina, sulla sua avventura in viola. I dettagli

Bandiera della Fiorentina, nazionale azzurro e campione del mondo del 1982, Giancarlo Antognoni si racconta oggi sul Corriere della Sera, alla vigilia di un compleanno speciale: 70 anni.

I 70 ANNI«Beh, finché si stava sul 6 andava bene, ora che il primo numero diventa il 7 le cose cambiano… Diciamo che non me li sento. Mi diverto col golf e il padel, seguo il calcio e spero ancora in una chiamata viola».
FUORI DALLA FIORENTINA«Hanno fatto altre scelte, da parte mia c’ero e spero di esserci in futuro. Ero Club Manager e mi offrirono un posto nelle giovanili. Volevo restare ancora con la prima squadra e dissi no. Non nego che i rapporti col direttore Joe Barone fossero molto tesi, ma ovviamente sono rimasto sconvolto dalla sua scomparsa. Faceva le cose a modo suo e io non le ho accettate, per questo due anni fa me ne sono andato. Sono sempre stato coerente con me stesso ed è una scelta che rifarei. Non nego che mi piacerebbe lo stesso lavorare nel nuovo Viola Park, pensi che ancora non ci sono stato. Spesso però i miei suggerimenti non venivano considerati dagli altri dirigenti e questo mi amareggiava».
MILANISTA DA RAGAZZO«Verissimo. Mio padre Gino gestiva un bar a Perugia che era un Milan Club e mi portò a vedere un Bologna-Milan allo stadio. Era la mia prima volta, avevo 12 anni e ammirare Rivera fu una specie di folgorazione. Mio padre però non ha mai spinto perché diventassi calciatore. Mi portava a caccia e mi lasciava libero di scegliere. Fu mio fratello maggiore Viscardo ad accompagnarmi a Firenze per firmare il contratto».
L’ESORDIO IN A«Avevo 18 anni ed ero arrivato da poco, ma c’era De Sisti squalificato e Liedholm mi disse che sarebbe toccato a me. Anzi, Nils aggiunse che sarei diventato più forte di Picchio, che allora era il capitano e simbolo dello scudetto viola 1969. Da lì partì tutto, una storia meravigliosa che neanche gli infortuni (Antognoni nell’81 rischiò perfino la vita per uno scontro con il portiere genoano Martina, ndr) hanno potuto sciupare».
SPALLETTI ALL’EUROPEO«L’Italia è sempre una squadra ostica per tutti. La mentalità di Luciano potrà fare la differenza, saremo protagonisti»

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