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Barcellona Napoli, Iniesta: «Soffro con Xavi come tifoso e amico»
Andres Iniesta, ex centrocampista spagnolo del Barcellona, ha parlato del suo amico ed ex compagno di squadra Xavi
Andres Iniesta, leggenda spagnola del Barcellona, ha parlato in un’intervista concesso a La Gazzetta dello Sport del club catalano in occasione della sfida con il Napoli.
XAVI GIA’ DIMESSO – «Soffro con lui. Come tifoso e come amico. Perché so quanto ci teneva ad allenare il Barça e quanto ha a cuore questo club. Ci ha messo una passione incredibile e nessuno più di lui vuole che le cose vadano bene. E non per se stesso o per gloria personale, ma per il club che ama. È evidente che se ha deciso di dare le dimissioni è solo per il bene del Barça».
YAMAL E CUBARSI – «Per un verso è eccezionale che ragazzi così giovani arrivino in prima squadra e giochino tanto bene. Dall’altro penso che queste cose sono sempre figlie di un contesto puntuale. Io iniziai a giocare e la mia presenza mandava in panchina Riquelme. La squadra era in crisi, Van Gaal cercava soluzioni e la cantera del Barça le ha sempre offerte. Oggi è una situazione simile. In mezzo c’è l’esempio di Guardiola, che diede fiducia a Pedro e Busquets inserendoli però in un contesto più positivo, non legato a necessità pressanti. Rovescio della medaglia: non penso che giocatori tanto giovani debbano tirare un carro tanto impegnativo come quello del Barça. E poi bisogna fare attenzione: quando è esploso Pedri gli hanno fatto fare il record di partite stagionali tra Liga, Europeo e Olimpiadi. E ha iniziato a farsi male. È molto difficile gestire queste cose tra la necessità di una squadra e la voglia di un ragazzo».
CITY FAVORITO IN CHAMPIONS – ««Per il modo di giocare, per come intendono il calcio, per ciò che trasmettono, per Pep e la rosa»
GUARDIOLA – «È chiaro che come in un buon ristorante la materia prima aiuta, ma poi la devi saper cucinare; chi lo conosce e ha lavorato con lui sa che è diverso da tutti. È il migliore? Io posso solo dire che come allenatore è uno spettacolo, qualcosa di molto speciale».
LUIS ENRIQUE – «La persona giusta per gestire l’addio di Mbappé: nulla lo sorprende, è un tipo chiaro che sa ciò che vuole e ciò che è meglio per il gruppo. Le sue decisioni vanno sempre in quella direzione».
ANCELOTTI – «Poco da dire: la sua vita parla per lui. Come giocatore e tecnico. Avere la capacità di allenare due volte il Real trionfando in entrambe le occasioni, tornando in un club di quelle dimensioni e farlo funzionare di nuovo non è facile: merito incredibile»