Fantacalcio
FANTACALCIO: EXPECTED BONUS – Il più atteso della 23a giornata: Khvicha Kvaratskhelia
Sensibilmente, CN24 individua il giocatore più atteso del fantacalcio per ogni giornata di Serie A. Oggi tocca a lui: Khvicha Kvaratskhelia
La Metamorfosi di Kvara
Una mattina Khvicha Kvaratskhelia si risvegliò dopo una giornata di allenamenti irrequieti per trovarsi trasformato in un gigantesco pacco. Giaceva sulla schiena dritta come la faccia laterale del parallelepipedo e alzando un po’ la testa poteva vedersi la pancia piatta e cartonata, esattamente identica alla schiena. Le sue muscolose gambe erano scomparse, così come le braccia.
“Cosa mi ha preso?” pensò. Non era un sogno. “Kvara” disse una voce altre la porta della sua camera – quella di un fantacalcista che l’aveva acquistato in estate – “sono quasi le otto e tre quarti. Devo metterti in formazione!”. Khvicha avrebbe voluto rispondere in maniera esaustiva per chiarire tutto quanto, ma in una situazione del genere si limitò a dire: “Sì sì, adesso mi alzo”.
Quel piccolo scambio fu sufficiente per informare gli altri fantacalcisti che Khvicha non si era ancora fatto schierare nelle formazioni titolari, contro ogni previsione, e subito dopo, un secondo fantacalcista bussò alla porta, piano, ma col pugno chiuso. “Kvara, Kvara, cosa sta succedendo?” tuonò con voce cavernosa
“Kvara? Non stai bene? Hai bisogno di qualcosa?” gli chiese con un filo di voce un altro fantacalcista, che l’aveva pagato oltre duecento crediti. Khvicha rispose a entrambi: “Sono quasi pronto” e ce la mise tutta per mettersi in piedi, nonostante fosse privo di arti. Lui avrebbe voluto alzarsi con calma senza essere disturbato, vestirsi e soprattutto fare uno spuntino, poi sarebbe entrato nelle formazioni per provare a portare quei benedetti bonus. Certo in quella condizione non era per nulla facile, ma sapeva bene che quel rimuginare a letto non avrebbe portato da nessuna parte.
Poco ci mancò che a forza di dondolarsi, nel tentativo di tirarsi su, stesse per perdere l’equilibrio, ma doveva decidersi perché mancavano cinque minuti alla scadenza della formazione. Si muoveva con estreme lentezza e quando alla fine, quasi con furia, raccolse le forze e si lanciò in avanti senza pensare alle conseguenze, sbatté contro la porta che si spalancò.
Si udì un tonfo sordo, un po’ fu il tappeto ad attutire il colpo, un po’ la pancia di cartone spesso. Si rialzò con fatica, trovandosi tutti i fantacalcisti di fronte, che con gli occhi sgranati lo guardavano, sgomenti.
“Ragazzi, non preoccupatevi. Sono certo sia una condizione temporanea. Vedrete che le mie forti gambe e i miei piedi agili torneranno. Sono solo un po’ imballato dopo aver saltato due turni, ma contro il Verona avrò la possibilità di tornare a esprime il mio potenziale” annunciò, con una pronuncia accortissima e il ricorso a lunghe pause tra una parola e l’altra, per neutralizzare ogni tipo di allarmismo.
Dopodiché, senza guardare nessuno negli occhi per il timore che tutti quegli sguardi potessero far vacillare la sicurezza che aveva appena ostentato, si voltò per dirigersi con calma nelle formazioni del fantacalcio.