Serie A
Buon compleanno a… Kwadwo Asamoah
Oggi è il compleanno di Kwadwo Asamoah: l’esterno in Serie A ha giocato con le maglie di Udinese, Juve e Inter
Oggi Kwadwo Asamoah compie 35 anni. Non si può che partire da una banalissima ma ovvia constatazione: alla sua età ci sono giocatori che vanno su e giù per il campo, più o meno bene. E poiché Asa è stato un bel vedere, uno di quei classici elementi che costituiscono la fortuna degli allenatori perché sanno fare praticamente tutto e pure di più, è legittimo – se non doveroso – provare un po’ di sana nostalgia esprimibile in un semplice pensiero: peccato, sarebbe bello vederlo ancora in azione. Un sentimento mitigato sapendo che di recente è stato impegnato nella creazione di una Juventus Football Academy ad Accra, una di quelle iniziative che il console italiano Massmiliano Colasuonno Taricone ha spiegato così: «Non è solo un tentativo del Ghana di affermarsi come leader nel mondo del calcio africano, ma anche, e soprattutto, un progetto volto a unire l’istruzione allo sport».
Verrebbe da pensare: se questa unità riuscirà a compiersi così come Kwadwo ha saputo mettere insieme il bianconero dell’Udinese con quello della Juventus, il successo è garantito. Perché quanto di buono aveva seminato nei suoi primi in provincia, Asamoah l’ha trasferito perfettamente arrivando in una squadra fresca di vittoria del campionato, nella quale per inserirsi ci ha messo un tempo pari allo zero. Tanto da andare in gol con uno strepitoso tiro al volo nella finale di Supercoppa contro il Napoli, nonostante non fosse certo questa la caratteristica principale del suo gioco.
A Torino ha trascorso 6 stagioni, tutte vincenti e ognuna con un suo contributo, più o meno rilevante a seconda dei momenti. Quando ha deciso di optare per un’altra avventura, ha scritto una lettera d’addio, come si fa in certe storie d’amore, senza preoccuparsi di passare per traditore visto che si trasferiva all’Inter: «Non ci sono parole per descrivere quanto sia stato difficile prendere questa decisione perchè sono immensamente orgoglioso degli anni passati qui e di aver fatto parte della Juventus». E forse anche queste parole danno la misura di una stima che non è mai venuta meno ed è stata assolutamente reciproca: «Durante questi gloriosi anni alla Juventus, ho avuto l’onore di giocare con leggende del calcio e con alcuni dei migliori giocatori al mondo».
In nerazzuuro Asamoah è arrivato carico come non mai, con il desiderio di mettersi in gioco eun curioso riferimento al passato, un modello che non avresti detto vedendolo muoversi a centrocampo, svelato in un’intervista a Football Italia: «Grazie alla Juventus e alla mentalità vincente del gruppo ho vinto molti trofei in bianconero. L’Inter vuole tornare al top in Europa e nel mondo, credo in tutto questo e nell’essere competitivi in coppa e in campionato. A chi mi sono ispirato crescendo? Mi piaceva tantissimo Adriano dell’Inter. Giocavo trequartista e i miei amici, che dicevano che il mio tiro fosse potente come il suo, mi chiamavano Adriano».
Che fine ha fatto Asamoah? Il ghanese non si vede da dicembre
Non è stato tutto semplice. Con Luciano Spalletti ha giocato tanto; con l’arrivo di Antonio Conte, il mister che lo aveva trasformato da mezzala a esterno nel 3-5-2, gli spazi si sono ridotti, anche per una serie di guai fisici che lo hanno progressivamente condizionato pesantemente.
E anche quando ha lasciato Milano in direzione Cagliari, dove poi è maturata l’idea di un ritiro prima del prevedibile, ha salutato nel suo stile, con enorme considerazione verso tutti, senza la minima recriminazione: «Tutti all’Inter mi hanno sempre trattato bene, la società, i compagni, mi hanno sempre supportato. Sapevano che avrei sempre dato il massimo e che mi stavo allenando duramente, quindi quando ho spiegato loro la mia situazione, mi hanno compreso subito. Ci siamo messi d’accordo e mi hanno lasciato andare senza problemi. L’Italia è la mia seconda casa e quando penso alla mia carriera non posso far altro che pensare alla Serie A».
Recentemente Kwadwo ha espresso il suo parere sul campionato in corso in un’intervista a calciomercato.it. Indicando Napoli, Milan e soprattutto Inter come le squadre maggiormente attrezzate per il titolo, anche se non vede la Juve «lontana da questo gruppetto». Poggiandosi su una convinzione assolutamente minoritaria nell’opinione pubblica anche di fede bianconera, ma basata sulla conoscenza diretta: la presenza di Massimiliano Allegri. E non stupisce, avendo definito tempo fa lui e Conte i due allenatori da ringraziare per averlo reso «un giocatore migliore».