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Juve-Cagliari, Jeda: «Allegri difensivista? No, sa adattarsi»

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Jeda

Le parole di Jeda, ex attaccante del Cagliari, in vista dell’impegno dei rossoblu in campionato con la Juve

31 gennaio 2009, il Cagliari batte la Juve in casa, con Allegri in panchina per i rossoblu e Ranieri in quella bianconera. Il gol vittoria lo segnò per i sardi Jeda. Alla vigilia di quella sfida, il brasiliano ha parlato con Tuttosport di quella partita, del suo ex tecnico e di come ci arrivano le due squadre. Di seguito le sue parole.

31 GENNAIO 2009 – «Ogni volta che le due squadre si incrociano, il mio pensiero corre subito a quel giorno. Ho letto che ne ha appena parlato anche Ranieri in conferenza, ammettendo di dimenticarsi più volentieri delle sconfitte che delle vittorie. Tranquillo, mister: ce la ricordiamo bene noi quella partita!».

RICORDO – «Ricordo una partita spettacolare, giocata a viso aperto e in maniera perfetta da parte nostra. Di fronte non avevamo una Juve stratosferica, ma avevamo pur sempre battuto giocatori come Nedved e Del Piero. La sfida aveva esaltato le qualità di quel Cagliari, che con il pallone tra i piedi giocava tanto e anche bene».

COSA CI DISSE ALLEGRI – «Prima della partita ci aveva spiegato che l’unico modo per limitare la Juve era attaccarla, senza timore della maglia o dei nomi scritti sulla schiena. Ci aveva spronato a essere sbarazzini».

ALLEGRI – «Allegri non è assolutamente un allenatore difensivista, bensì uno che sa adattarsi molto bene alle qualità della rosa che ha a disposizione. Oggi la Juventus ha in organico elementi forti, ma che non dispongono delle caratteristiche per comandare il gioco: il resto è una conseguenza. Al contrario, quel Cagliari sapeva e voleva giocare sempre la palla. A lui piace molto il bel gioco, si esalta di fronte a profi li tecnici che sanno gestire bene la sfera. In due stagioni non ricordo una sola volta in cui ci avesse chiesto di essere attendisti…».

COME É CAMBIATO – «Era eccezionale nella gestione dello spogliatoio e credo sia rimasto tale. Con il tempo, anzi, tutt’al più è migliorato. Sicuramente per lui è cambiato il livello di pressione: ora è sempre sotto tiro, nell’ultima stagione è rimasto sostanzialmente solo, e così mi spiego alcuni episodi di nervosismo. Avendo nel frattempo vinto molto, al limite, oggi mi sembra ancor più consapevole delle sue qualità».

DOVE PUO’ ARRIVARE LA JUVE – «Parto dalla premessa per cui l’esclusione dalle Coppe non ritengo rappresenti un vantaggio. Scendere in campo in Champions League ti galvanizza e ti dà fi ducia, se hai un organico adeguatamente attrezzato. L’assenza di impegni infrasettimanali, in più, ti conferisce una sorta di obbligo nei confronti del campionato, a maggior ragione se ti chiami Juventus e non puoi accontentarti di arrivare tra le prime quattro. I bianconeri sono lì e lì hanno tutte le possibilità di rimanere».

SCUDETTO – «Credo che soprattutto Juve e Milan abbiano le carte in regola per mettere pressione fino in fondo all’ Inter che, per qualità del gioco e per profondità dell’organico, rappresenta la vera favorita».

CAGLIARI – «La squadra di certo non deve adagiarsi sugli allori degli ultimi risultati, perché qualche lacuna soprattutto a livello difensivo c’è ancora. Ma in organico ci sono le qualità per costruirsi un cammino tranquillo al di sopra della zona salvezza».

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