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Giuseppe De Luca e l’Atalanta: una “zanzara” entrata nella storia
Il breve ciclo di Giuseppe De Luca all’Atalanta: la zanzara delle 6 vittorie consecutive, forse fermata troppo presto a Bergamo
Una zanzara è sempre fastidiosa, ma quando essa sta dalla tua parte e tende a “pungere” un altro fa sempre comodo: soprattutto nel contesto calcio. L’Atalanta da questo punto di vista non si è lamentata, avendo per due anni uno dei giovani italiani più promettenti: l’attaccante Giuseppe De Luca, protagonista di una parte di storia nerazzurra (forse terminata troppo presto).
Nato l’11 ottobre 1991, Giuseppe De Luca arriva a Bergamo nell’estate del 2012 come uno dei migliori prospetti del calcio italiano: specialmente dopo essere andato in doppia cifra con il Varese sfiorando addirittura la Serie A. Per lui il grande salto nel calcio che conta, per l’Atalanta la ciliegina sulla torta per aumentare la qualità offensiva nonostante la presenza di Moralez e Denis. Le impressioni sono abbastanza positive: basta pensare che la sua prima al Comunale contro il Palermo si fa notare per lo scatto e per la sua grande capacità di saltare l’uomo, nonostante tenda a passare poco il pallone.
Colantuono gli dà fiducia tanto da metterlo titolare insieme a German più volte, e contro la Sampdoria sigla il suo primo goal in Serie A portando la vittoria ai nerazzurri, in quel momento lanciati verso il sesto posto. Nella seconda parte di stagione trova poco spazio, ma non il guizzo tutte le volte che viene tirato in causa, segnando un altro goal stavolta ai danni dell’Udinese.
Il copione sembra ripetersi l’anno dopo nonostante sia il cannoniere della Coppa Italia, ma nel momento in cui Moralez s’infortuna diventa assoluto protagonista scrivendo la storia: il suo goal e l’assist per Estigarribia in quel di Bologna portano l’Atalanta a lottare per l’Europa sigillando la sesta vittoria consecutiva (dopo aver fatto la stessa cosa in settimana con il Livorno).
Nel momento della prova del nove contro il Sassuolo però la Dea arranca insieme a De Luca che non riesce a trafiggere Pegolo nonostante tre occasioni nitide: di cui una solo davanti al portiere. Nonostante un’altra rete contro il Genoa e la sensazione che possa prendersi in mano la squadra, la sua avventura a Bergamo finisce nel 2014: 40 presenze, 10 reti e parte di una storia che meritava altre pagine gloriose.