Il bilancio dell’Atalanta dopo le prime otto giornate di campionato. In linea con le aspettative o si poteva fare di più?

Tempo di bilanci per la nuova Atalanta dopo 8 partite di campionato e 2 di Europa League. Aspettative centrate in pieno? Ciò che hanno fatto Toloi e compagni è andato oltre i pronostici iniziali o si poteva effettivamente fare di più?

Innanzitutto c’è da considerare che la Dea è attualmente in zona Europa con la Champions League distante soltanto 4 punti, apparentemente in linea con ciò che doveva essere il suo target, e mettendoci di mezzo le tre competizioni dove si sta facendo molto bene è comunque un dato da non dare per scontato. Si tratta di un’Atalanta “che si sente a casa” non solo perché rimane imbattuta tra le mura amiche tornando a salvaguardare le sue tradizioni, ma anche per ciò che si vede in campo: squadra coerente con il modo di giocare di Gasperini con una qualità ritrovata grazie soprattutto al duo Lookman-De Ketelaere, senza tralasciare ovviamente altri singoli (da Kolasinac a Ruggeri; da Koopmeiners a De Roon fino al recupero graduale di Djimsiti e Muriel).

Atalanta comunque non esente da difetti, anzi, di uno minimo comune denominatore di tutte le sue sconfitte: perdere non per la superiorità degli avversari, incappando troppo spesso in errori tanto banali quanto fatali. Davanti serve tirare più dal limite ed evitare il passaggio in più e dietro si tende a farsi male con le proprie mani nonostante si siano visti dei progressi: non a caso le sconfitte contro Frosinone, Fiorentina e Lazio sono state partite a fotocopia nonostante rimonte improvvise e sprazzi di bel gioco.

C’è molto lavoro da fare: la classica situazione di uno studente da 7 pieno che potrebbe arrivare tranquillamente all’8 se non incappasse in qualche verifica andata male per errori di distrazione. Atalanta più forte rispetto all’anno scorso? Si, ed è proprio per questo che è giusto aspettarsi di più, nonostante i bilanci siano positivi.