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Buon compleanno a… Kieran Trippier

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Oggi è il compleanno di Kieran Trippie, terzino inglese, che stasera sarà in campo in Milan Newcastle in Champions

Oggi Kieran Trippier compie 33 anni. Se si volesse tracciare un velocissimo ritratto tecnico, sarebbero più che esaustive due immagini legate al suo percorso in nazionale. La prima, ultima in ordine di tempo ma in testa per importanza gerarchica, è quanto succede dopo pochi secondi dal fischio d’inizio della finale dell’Europeo. L’Italia si fa tagliare fuori in ripartenza da un’intuizione di Kane, che mette in moto per l’appunto Trippier, ex compagno di club, nel Tottenham. Lui disegna un cross perfetto e sul lato opposto arriva Shaw che colpisce la sfera spedendola alle spalle di Donnarumma. Pensiero immediato di tanti: averli due così, i famosi esterni del calcio inglese, e se oggi sono terzini e una volta erano ali non c’è problema, va benissimo lo stesso se la produzione è esattamente questa.

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Seconda situazione, datata 3 anni prima, al Mondiale russo. Finale per il terzo posto, Inghilterra contro Croazia, anche in questo caso siamo alle prime battute del match e c’è un calcio di punizione. A incaricarsi del tiro è proprio lui, che scavalca la barriera e mette la palla sull’angolo alto. É il primo e a tutt’oggi unico suo gol con la nazionale, un gran bel vedere.
Ora, la crudeltà di questi due flash è che il trentatreenne non è che li metterà tra i ricordi più cari. Perché quelle due finali, dall’importanza diversa, sono state entrambe perse dall’Inghilterra nonostante il vantaggio immediato. Ma il verdetto non cancella l’impressione che si stia parlando di un giocatore che sa stare in campo e si è disegnato una carriera di alto profilo.

Per la verità, Trippier fa notizia anche per molto altro. Non è uno che passa inosservato, oppure, se vogliamo dirla più grossa, è uno di quelli che i media ci stanno addosso perché notizie ne confeziona e anche di una certa originalità. Gli esempi non sono pochi.

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Attualmente nell’organico del Newcastle, è stato il primo acquisto dei nuovi proprietari che puntano a diventare una delle big del calcio inglese e – conseguentemente – mondiale. Tra il Tottenham e i bianconeri, ha giocato nell’Atletico Madrid e ad As ha descritto con entusiasmo e sincerità il suo rapporto con Diego Simeone: «Ha lavorato per me instancabilmente. Sento di essere migliorato in campo e maturato di più come giocatore. Per me, personalmente, è stata una grande esperienza essere allenato in Spagna da uno come Simeone. Imparare una cultura diversa. Sono assolutamente felice di aver vinto il titolo col l’Atletico Madrid. Non c’è miglior allenatore per migliorare di Simeone. Simeone è assolutamente pazzo, come si può vedere ogni gara quando corre da una parte all’altra a bordocampo o come ha corso quando abbiamo vinto l’altro giorno per il titolo». Il problema è stato il suo arrivo. E non certo per la conferenza stampa di presentazione, quando sembrava l’uomo più felice sulla faccia della terra per avere lasciato il campionato più ricco che esista: «La Premier è uno dei migliori campionati del mondo, ma quando mi hanno rivelato l’interesse dell’Atletico non ci ho pensato due volte. Qui c’è una squadra e un allenatore di alto livello. Ho sempre voluto giocare nella Liga, è un orgoglio». É che Trippier aveva puntato sull’evento. Non è un modo dire. Kieran si era messo a scommettere sul suo trasferimento da Londra a Madrid, incappando di conseguenza in un’ovvia squalifica quando se n’è avuta la prova.

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Oltre all’ingenuità, o all’esigenza di guadagnare su se stesso, o a entrambe le cose, deve avere influito nella vicenda una certa esasperazione nei confronti della società con cui ha vissuto 4 anni, una storia finita male, come ha rivelato in un’intervista a Sky Sports: «Penso che era arrivato il momento di cambiare e andare avanti. Non intendo necessariamente che dovevo andare avanti, ma sono successe molte cose al Tottenham, cose in cui non voglio davvero entrare, ma che io ho dovuto subire e superare».
Stasera lo vedremo in Milan-Newcastle e chissà se si farà notare anche a San Siro.

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