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Buon compleanno a… Christian Pulisic

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Christian Pulisic

25 anni oggi per Christian Pulisic, un compleanno amaro dopo la batosta del derby, ma con la Champions per riscattarsi

Oggi Christian Pulisic compie 25 anni. Una festa che arriva dopo la solenne batosta del derby, che ha quasi spazzato via i tantissimi giudizi positivi ricevuti in precedenza. Pochi giocatori come l’americano hanno mostrato un impatto così forte nel calcio italiano. Sempre in gol nelle prime due giornate e anche qualcosa di più. A Bologna, esordio assoluto, una prova da dominatore, lanci al millimetro per i compagni e una rete da fuori area a coronare un approccio da far strabuzzare gli occhi anche ai suoi più fervidi estimatori (e non è che mancassero prima del suo arrivo in Italia).

Contro il Toro, davanti al suo nuovo pubblico desideroso di conoscerlo, un concentrato di tecnica e velocità da offrire la limpida sensazione che uno così possa realmente fare la differenza ogni qualvolta accende l’interruttore.

Una spia della realtà della situazione si ha quando i giocatori stranieri si aggregano alle loro nazionali. É lì che spesso gli scappa di dire la verità, magari dimenticandosi con una certa ingenuità della globalità del loro parlare – ancor più dell’agire -, sono noti e non rari gli incidenti diplomatici ai quali vanno incontro. Il caso di Christian rientra invece nella proclamazione dell’assoluta felicità per la scelta compiuta, nel ritiro statunitense ha scattato questa fotografia: «Per me è una cosa bella, una bella ripartenza. Sicuramente è stato il momento giusto, mi sto divertendo a giocare. Ora devo solo continuare e sono molto entusiasta per il futuro al Milan».

Del resto, già un mese fa, quando era solo ai primi passi in rossonero, in un’intervista su Youtube si era dichiarato altrettanto convinto sulla decisione di lasciare il Chelsea, con il quale ha trascorso sì 4 anni, ma l’ultimo è stato alquanto frustrante, nessuna soddisfazione di squadra e un solo gol fatto, minimo storico della sua carriera: «Non c’è stato un momento preciso, ma un po’ l’insieme di tutta la stagione. Avevo un solo anno di contratto e di conseguenza questo era il momento adatto per cambiare club. È stato facile accettare il Milan, non ci ho dovuto pensare. Sono felice della mia decisione».

Fondamentale, a sua volta, è risultata l’opera che potremmo definire di corteggiamento, i giocatori ne hanno bisogno, ancor più i talenti abituati a essere considerati come tali e che attraversano un momento di crisi: «Ho parlato la dirigenza e con l’allenatore. Volevo sentirmi desiderato, è la sensazione più importante quando cambi club ed il mister è tutta la società mi hanno fatto sentire esattamente così. Mi hanno trasmesso da subito delle belle sensazioni».

Durante la tournée americana, Stefano Pioli aveva tracciato un ritratto sintetico del nuovo acquisto: «Può giocare a destra, sinistra o sulla trequarti, è intelligente e ha qualità». Tanta duttilità in teoria è come una sorta di dichiarazione di messa in prova, è un po’ come se gli dicessero: sappiamo che sai fare tante cose, non devi far altro che dimostrarlo. E se qualcuno avesse avuto il sospetto che l’operazione non fosse quella giusta, era intervenuto ai microfoni di ESPN Giorgio Furlani, amministratore delegato della società, ad allargarne anche il significato oltre la sfera tecnica e ad inserirlo in una logica forte: «Abbiamo preso Pulisic perché pensiamo sia un grande giocatore e porta tanto alla squadra. La squadra, Pioli e lo staff sono felici, quindi questo è l’importante. Il Milan è un brand glorioso e abbiamo l’ambizione di comprare giocatori dall’impatto globale. Dopo il suo acquisto, il brand è cresciuto negli USA, come i numeri hanno dimostrato. È stato sfortunato al Chelsea, ma è un grande giocatore e siamo sicuri che farà bene al Milan».

Domani il Milan riparte in Champions. Pulisic ritroverà un club di Premier League, il Newcastle, con l’ambizione di farsi notare da un calcio che lo ha portato a vincere la Champions League e ad affermarsi compiutamente a Londra. Può essere la gara giusta per un immediato riscatto, sempre che l’allenatore decida di impiegarlo dal primo minuto, cosa tutt’altro che scontata dopo sabato.

Gli inglesi lo conoscono benissimo: anche in Qatar, quando ha affrontato Kane e compagni uscendone con uno 0-0, si è reso protagonista di una grande prestazione, colpendo una traversa con un forte tiro di sinistro che ha rappresentato l’occasione più grande di tutto il match.

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