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Mancini in Arabia Saudita: le ragioni, i torti e le conseguenze

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Roberto Mancini

Mancini in Arabia Saudita: ecco quali sono le sue ragioni, i torti dell’ex ct azzurro e le conseguenze di tale scelta

Roberto Mancini dice che Gabriele Gravina avrebbe potuto impedire le sue dimissioni se solo avesse voluto. Gabriele Gravina lascia intendere che la condizione sarebbe stata quella di dare una fiducia al Ct tale che persino una mancata partecipazione al campionato europeo non avrebbe intaccato la carica. Entrambi hanno rilasciato interviste dal tono confessorio, non prive – però – di messaggi in codice che probabilmente possono capire solo loro (si spera, almeno). In mezzo, come suggerisce oggi la prima pagina de La Gazzetta dello Sport, c’è poi il volere dello staff azzurro, cui non pare vero di vedersi ricoperto di petrodollari che per alcuni di loro significa assicurarsi una pensione da nababbi per quella che potrebbe essere l’ultima avventura professionale: Mauro Sandreani ha 68 anni; Giulio Nuciari 63; Alberico Evani, Fausto Salsano, Attilio Lombardo e Massimo Battara 60. Come chiusura non sarebbe male e oltre al denaro ci sarebbe anche l’ambizione di portare l’Arabia Saudita a toccare vertici di rendimento mai visti prima, provando a superare i magnifici anni ’90: ottavi di finale a Usa ’94; vittoria della Coppa d’Asia nel 1996, in continuità con le due conquistate nel decennio precedente.
E noi? Sono interessanti alcune reazioni tra quotidiani e mondo social. Tra le più recenti ne segnaliamo tre, riassumendole così.

1) Basta con l’ipocrisia. C’è un settore dell’opinione pubblica che ritiene giusta la scelta di Mancini perché a quel mondo il calcio italiano guarda da un bel po’, sperando di riceverne benefici. C’è chi ricorda l’accordo con l’Arabia Saudita per far giocare la finale di Supercoppa Italiana a partire dal 2018. Di conseguenza, basta con l’ipocrisia, questo è il succo del messaggio.
2) Che brutta figura. Posizione netta di Giovanni Capuano, editorialista de Il Sole 24 Ore, che in un tweet commenta la notizia dei 30 milioni all’anno che riceverà Roberto Mancini col nuovo incarico: «Se finisce così è la peggiore uscita di scena dalla nazionale della storia». Posizione forte, ma che si capisce: se la tesi è che il Mancio ci ha portato in cima all’Europa e l’antitesi è che siamo stati poi fuori dal Mondiale, la sintesi è che la fuga non ha bisogno di altre spiegazioni se non con il denaro. Che getta oggettivamente un po’ di luce sinistra su tutta la retorica che da sempre si spende a buon mercato attorno all’azzurro e ai valori che dovrebbero accompagnarsi.
3) Il nostro destino. Come sempre acuto nei suoi editoriali, Guido Vaciago mette insieme l’addio di Mancini ad altri fattori d’attrazione: la Premier League e – ed ecco la novità – un campionato arabo che porta il ventunenne Gabri Veiga a preferirlo al Napoli che giocherà la Champions League. E il direttore di Tuttosport ci pone una domanda serissima: diventeremo il nuovo Sud America? Aggiungiamo: probabilmente già lo siamo, ma preferiamo non dirci che stiamo per diventare definitivamente il territorio di caccia di chi se lo può permettere.

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