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Antognioni: «La Juve una sorpresa, Thuram può fare la differenza»

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Le parole di Antognioni dopo la prima giornata di Serie A: «Le squadre forti si sono riconfermate, De Ketelaere sente la fiducia a Bergamo»

Giancarlo Antognoni, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto il bilancio della prima giornata di Serie A. Di seguito le sue parole.

BILANCI PRIMA GIORNATALe squadre forti si sono riconfermate. Mi ha sorpreso la Juve che non ha cambiato modulo ma ha inserito qualche giovane. E vedo Chiesa e Vlahovic pronti a un ritorno al 100%. Senza coppe, la Juve tornerà in pole. Sarà un campionato più equilibrato, di sicuro il Napoli non farà il vuoto. L’Inter è forte come sempre, il Milan mi incuriosisce ma è con tutti quei nuovi è già partito bene e la Lazio anche se caduta, la vedo ancora in zona Champions, nonostante Milinkovic. Roma, Atalanta a Fiorentina le outsider».

CHI LO HA IMPRESSIONATOThuram può fare la differenza, lo seguivo quando ero alla Fiorentina qualche stagione fa. Ho molta fiducia in lui. E poi mi ha sorpreso Candreva, a 37 anni quasi ha segnato una doppietta stupenda».

RILANCIO DE KETELAERE – «Sì, al Milan non aveva combinato nulla, ma con un’altra squadra ha cambiato subito atteggiamento. Maldini ha sbagliato pochi giocatori, quasi nessuno. Forse ha sentito troppo il peso di giocare al Milan che aveva appena vinto lo scudetto. Anche Tonali il primo anno aveva sofferto. A Bergamo Charles è più tranquillo e sente fiducia: tecnicamente è molto bravo, ha fisico ed è forte anche di testa. Belotti invece sinceramente non me l’aspettavo. Gli faccio gli applausi: ha colto l’attimo, partendo da titolare ha segnato subito una doppietta. Continui così».

MAZZONE – «Era la metà degli anni Settanta: lui veniva dall’Ascoli, la Fiorentina era la sua prima vera vetrina e io stavo per impormi. Ero molto legato a lui: mi ha fatto anche capitano. Come allenatore era abbastanza rigido, ma prediligeva i giocatori tecnici e infatti i vari Pirlo, Guardiola e Baggio lo ricordano con grande affetto. Anche tutti gli altri, perché era una persona stupenda: empatico, con la battuta pronta».