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La Juve ha due domande da farsi: Kessie serve? E Vlahovic non più?

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In casa Juve ci sono due domande da doversi porre: Kessie serve davvero ai bianconeri? E’ giusto cedere Vlahovic?

La Gazzetta dello Sport oggi in edicola sottopone al lettore 10 domande al mercato che ha ancora più di un mese per ridisegnare il volto delle squadre. Due di esse riguardano la Juve e un’altra la si trova in un’altra sezione del giornale e, più in generale, nel dibattito tra i tifosi: Allegri si sta nascondendo? Negli Stati Uniti ha fatto riferimento genericamente alla necessità di entrare tra i primi 4 posti per rientrare in quella Champions dalla quale è stato escluso dal gioco delle penalizzazioni. Cosa ci vuole per una crescita delle ambizioni? La risposta, forse, sta anche nel modo in cui si reagirà ad altri due interrogativi.

1) Per la mediana di Allegri Kessie è l’ideale? Ecco parte dell’analisi di Fabio Licari: «Kessie davanti alla difesa realizzerebbe un triangolo di grande spessore con Locatelli mezzala di regia, il suo ruolo, Fagioli alternativa di lusso quando servono più creatività e meno copertura, Rabiot incursore e interno di profondità (in teoria ci sarebbe anche Pogba, alter ego dell’altro francese, ma nessuno ha idee chiare sul futuro). Kessie darebbe equilibrio, esperienza, potenza, e sarebbe utile anche in zone più avanzate: mezzala, finto trequartista (Pioli), esterno d’attacco (Gasperini)».

2) Ha senso privarsi di Vlahovic? La Juve è dilaniata (verbo che non paia esagerato) da una serie di considerazioni: l’alto costo di Dusan, dal quale bisogna rientrare e oggi potrebbe esserci l’ultima offerta in grado di non fare un bagno di sangue economico; le condizioni fisiche precarie, che in parte ne giustificano la fatica dell’anno scorso e in parte ne ipotecano il rendimento in tempi brevi, zavorrando il futuro; la sensazione che Allegri non sia Italiano, non abbia trovato ancora il modo per esaltarlo; infine, la poca capacità del giocatore a fare coppia in attacco, ancora non si è capito chi è il partner col quale riesce a esprimersi meglio. Non sono esattamente questioni che riescono a tenersi tutte insieme. A meno che lui sia in grado di fare una grandi partenza esattamente come gli era riuscito appena arrivato a Torino, trovando lo spunto per svoltare immediatamente e far sembrare immediatamente vecchie tutte queste osservazioni