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Buon compleanno a… Matteo Ruggeri

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21 anni per Matteo Ruggeri, che la prossima stagione è chiamato a migliorare i suoi numeri, soprattutto per le presenze

Oggi Matteo Ruggeri compie 21 anni. Fare il compleanno d’estate, per chi è un calciatore professionista, significa guardare alla stagione che va ad iniziare, se non addirittura già faticare nel muovere i primi passi. In più, all’età del ragazzo, è assolutamente normale, per non dire piacevolmente doveroso, guardare all’oggi e al domani, senza farsi troppe domande su quel che si è già vissuto. Giornalisticamente, però, è tutta un’altra faccenda. E per cercare di capire che direzioni prenderà la carriera di una promessa qual è l’atalantino, è quasi inevitabile osservare le tappe precedenti e cercare di capire se si sia seminato bene. Stiamo parlando di un giovane che da quando è maggiorenne ha trascorso tre annate in Serie A: la prima nella sua Bergamo, lui che è nato nella provincia; la seconda a Salerno, per cercare un po’ di quello spazio che in una squadra di vertice qual è quella di Gasperini non è semplice da trovare; l’ultima nuovamente in nerazzurro, a testare la crescita maturata nel frattempo in Campania, in una stagione conclusasi con un’incredibile salvezza ai confini della fantascienza, e non solo ogni tanto trova un luogo d’espressione su un terreno verde con due porte agli antipodi.

É anche possibile, almeno avendolo osservato con attenzione sembrerebbe questa la sensazione prevalente, che il momento più adrenalinico sia stato esattamente l’inizio, molto più del resto che ne è seguito. Non per altro: non succede a tanti di debuttare in meno di una settimana in due tornei e di avere come battesimo nientemeno che l’Anfield Road, il Liverpool in Champions League prima dell’Inter in campionato. Roba da vertigine e vertigine che non si può nascondere: «È un’emozione inspiegabile, in cinque giorni ho esordito in due competizioni importanti. Sono felice perché tutti mi stanno dando fiducia. Ho fatto tanti sacrifici, ringrazio chi ha creduto in me. Sono contento, è un traguardo che tutti sognano. Adesso arriva sia il bello che il difficile, c’è tanto da lavorare: con un mister così si può solo che migliorare». Frasi da bravo ragazzo, attestazione precisa di come si cresce a Zingonia. Per questo, l’altro tuffo al cuore Matteo lo vive al momento del primo distacco, quando va alla Salernitana e affida ai social i suoi pensieri, con tanto di foto di lui bambino intento a giocare già nell’Atalanta: «Sono passati 10 anni dalla prima volta che ho indossato questa maglia, mi sembra ieri quando non mi sembrava vero di poter iniziare a far parte di una società così speciale. Da quel giorno ho vissuto emozioni indimenticabili che non scorderò mai ma soprattutto ho avuto la fortuna di poter essere allenato è cresciuto da persone vere sia dentro il campo che fuori. A Bergamo e all’Atalanta devo tutto, non sarei mai voluto arrivare a scrivere questo messaggio ma anche questo fa parte del lavoro e della propria crescita personale».

La migliore prestazione in granata, guarda caso, Ruggeri la fa proprio in Atalanta-Salernitana, quando c’è bisogno di fare punti nello sprint finale e l’operazione riesce. Raddoppiato il monte presenze, il giovane che ha come idolo Paolo Maldini e considera Theo Hernandez il punto di riferimento del presente, torna a casa per vivere un’annata non semplice. Non tanto nel rendimento, raramente al di sotto dello standard necessario e in alcuni casi degno di nota.

Semmai sono gli infortuni che lo hanno condizionato, privandolo della sperata continuità.

Tanto che lui stesso, con estrema sincerità, offre questo bilancio del 2022-23: «É stato decisivo il lavoro fatto durante la pausa per i Mondiali. Le amichevoli di quel periodo hanno convinto il mister a puntare su di me. Ho dato il segnale che avrei potuto dare il mio contributo. Non ci sono gerarchie, non ci sono titolari. Il lavoro paga sempre. Voto a questa Atalanta? 8, io non più di 6.5». Se al prossimo compleanno Matteo sarà riuscito ad aumentare il voto, significherà che sarà riuscito a vivere una stagione pienamente da titolare, anche se sulla sinistra è già arrivato Sead Kolasinac, con la forza dei suoi 30 anni e dell’esperienza maturata in Germania, Inghilterra e Francia.