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Maestrelli ricorda D’Amico: «Vi racconto cos’era Vincenzo per la mia famiglia»
Massimo Maestrelli ha voluto ricordare Vincenzo D’Amico ai microfoni della Rassegna Stampa di Radiosei scomparso all’età di 68 anni
Massimo Maestrelli ha voluto ricordare Vincenzo D’Amico ai microfoni della Rassegna Stampa di Radiosei scomparso all’età di 68 anni.
PAROLE – «Io e mio fratello avevamo 10 anni, lui 19. Vincenzo ci trattava come fratellini, scherzava. I primi calci quando entravamo sul campo erano con lui, che prendeva il pallone e ci portava in giro a giocare. Per noi era un sogno. Babbo era innamorato di Vincenzo. Credette tanto in lui, nelle sue potenzialità. Era un talento, un cavallo di razza, quelli che gli allenatori sanno riconoscere al volo. Aveva quell’imprevedibilità e quella spavalderia tipica dei giovani bravi che sanno di essere forti. La prima cazzata che fece fu quando con il primo stipendio si comprò una Mercedes Pagoda. Mio padre si arrabbiò tantissimo, perché lui uscì dal centro sportivo di Tor di Quinto e andò a sbattere contro un muro spaccando la macchina. Da quel momento gli sequestrò le chiavi dell’auto, poi andò in sede e, senza dir niente a Vincenzo, disse che il suo stipendio avrebbe dovuto prenderlo lui. Così, quando D’Amico andò a ritirarlo, Gabriella Grassi gli disse che non c’era e che doveva parlarne con il mister. Andò da mio padre per chiedere spiegazioni e si sentì rispondere questo: “Tu mi dici quello che ti serve per vivere e io ti do il denaro. Mi devi giustificare ogni spesa”. Ci rimase male e lo stesso suo padre. Non era corretta una cosa del genere. L’anno scorso però sono stato insieme a lui e mi ha detto: “Se il mister non si fosse comportato così avrei buttato tutti i soldi. Se ne ho ancora è perché me li ha gestiti”. Inizialmente lo urtò parecchio, non capiva il motivo e non la viveva bene. Ma a distanza di anni gli ha voluto un bene incredibile».