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Le 5 domande da fare alla nuova Juventus

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Massimiliano Allegri

Cosa chiedere adesso che tutti i giochi sono ancora da fare, alla luce dell’esperienza passata? Ecco 5 interrogativi per l’anno che verrà

Che la Juventus abbia vissuto una stagione oltre modo problematica è acclarato da un fatto, che va al di là di qualsiasi valutazione da parte di Massimiliano Allegri o di altri: la bacheca per il secondo anno non ha aggiunto trofei. E la possibilità c’era: per questo il match di Siviglia è lo specchio della stagione, perché in un sol colpo la squadra ha perduto la possibilità di dare un senso al 2022-23 e di lanciarsi nel futuro nell’ambito più alto, ammesso e non concesso che poi a Budapest si riuscisse a centrare la vittoria finale.
Fatto il bilancio, cosa chiedere adesso che tutti i giochi sono ancora da fare, alla luce dell’esperienza passata? Ecco 5 interrogativi per l’anno che verrà.
1) Si può fare a meno dei migliori? A prescindere dai giudizi opinabili, la seconda Juve di Allegri aveva ceduto due giocatori come Dybala e De Ligt. Due punti di forza, due riferimenti importanti. A conti fatti, Bremer e Di Maria non li hanno sostituiti adeguatamente. Si può adesso fare la stessa rinuncia a uno come Rabiot senza pagare un prezzo?
2) Cosa ci vuole per considerare la Juve da titolo? A ogni inizio stagione dell’Allegri-bis la si mette nella griglia delle favorite, un po’ per statuto e un po’ per convinzione. Salvo poi accorgersi molto presto che così non è e che si è costretti a un torneo a inseguire. Non c’è stata (c’è ancora) una sopravvalutazione del livello tecnico della rosa?
3) Cosa si farà per ovviare a quella sequenza di infortuni che ha sempre gravato negli ultimi tempi, a maggior ragione all’inizio, impedendo di acquisire un’identità più definita?
4) Chi è il regista della Juventus? Locatelli nì, ormai è assodato che lo fa perché costretto dalle circostanze, dai buchi di organico, dall’inaffidabilità di chi avrebbe dovuto farlo come Paredes. Ma si può ricostruire davvero una prospettiva di successo senza un Andrea Pirlo a indicare la via del gioco, per citare l’esempio che tutti hanno in testa quando pensano a una costruzione dalle fondamenta sicure?
5) Il gioco della Juve è migliorato? Qual è il giudizio sulla qualità della manovra e degli interpreti nel biennio di Allegri? Ci sono state progressioni in avanti, come sostiene il mister quanto meno nella promozione dei giovani in prima squadra, o la situazione è peggiorata? Non è una questione sofistica: è anche dal numero complessivo dei giocatori cresciuti nell’ambito di due anni complicati che si può capire quale sia realmente la base sulla quale puntare per la stagione che verrà.