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Braida: «Per Berlusconi tutti i giocatori del Milan erano speciali»

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Le parole di Ariedo Braida, ex direttore generale e direttore sportivo del Milan, in ricordo di Silvio Berlusconi

Da direttore generale e direttore sportivo del Milan, Ariedo Braida ha avuto un forte rapporto con Silvio Berlusconi. Ha raccontato a La Gazzetta dello Sport gli anni irripetibili, contrassegnati da grandi operazioni di mercato che hanno reso grande la squadra rossonera permettendole di costruire un ciclo di lunga durata.

IL PREFERITO DI BERLUSCONI – «Amava i calciatori eleganti. Forse Van Basten, ma è difficile rammentarne uno soltanto».

RIMPROVERI – «Guardi, il presidente poteva dirmi qualsiasi cosa. Da lui c’era sempre da imparare. Era un uomo affascinante. Comunque, qualche affare complicato c’è stato. Voleva prendere Borghi, e sono andato fino in Argentina. A Genova, Vialli ci disse di no, perché a Milano non c’è il mare».

SAVICEVIC – «Ah sì, il Genio, che giocatore. Berlusconi ne andava pazzo».

DONADONI – «Fra i più amati, Donadoni: il presidente non voleva farne a meno. E mi incaricò di strapparlo può immaginare a chi».

IL GRUPPO STORICO – «Voleva bene a tutti. E oltre ai grandi acquisti non dimentichiamo i campioni di casa: Baresi, Maldini, Costacurta, Tassotti, Filippo Galli. Per lui erano tutti speciali, a modo loro».

L’AFFARE MIGLIORE – «Per il rapporto qualità/prezzo direi Kakà. Lo abbiano preso per dieci milioni e pensi alla carriera che ha fatto».

SE FOSSE VIVO – «Ma il presidente non se n’è andato. Sono certo che lo ritroveremo in qualche stadio».

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