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Napoli, Spalletti: «Quando ho capito che avremmo vinto? tanti momenti, non una sola partita»
Le parole di Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, che ha ricevuto il premio Bulgarelli: «Questo premio è come un Oscar per il cinema»
Luciano Spalletti ha ricevuto il Premio Bulgarelli a Bologna. Di seguito le parole del tecnico del Napoli.
PREMIO BULGARELLI – «Ringrazio chi ha pensato questo bellissimo premio e la giuria che ha pensato a me per darlo. Per quelli della mia generazione questo premio è come un Oscar per il cinema. Bulgarelli è stato una parte importante della storia del Bologna e lo ha fatto grazie alla sua perseveranza. Riceverlo nell’anno in cui il Napoli è diventato campione d’Italia, per me assume un’importanza particolare, quindi ringrazio i miei calciatori ed il Napoli. Poi parlo dei comportamenti: i miei calciatori per tutto l’anno si sono impegnati e fatto bene ciò che gli veniva chiesto, con massima disponibilità. Hanno dimostrato quell’attaccamento alla maglia di cui Bulgarelli ne era esempio assoluto».
QUANDO HA CAPITO DI AVERE UNA SQUADRA DA SCUDETTO – «Quando si va a mettere mano pesantemente su una squadra, serve sostituire i calciatori forti con altri calciatori forti. Magari erano sconosciuti, ma ci sono i video, ci sii informa, oramai si arriva da tutte le parti. La parte maggiore l’ha fatta il direttore Giuntoli, che ha grande qualità nel fare questo. Poi si vanno a mettere questi calciatori nei ruoli che mancano. Un’altra caratteristica che serve ad un allenatore è avere la convinzione di avere a che fare con dei calciatori forti. Noi ne eravamo sicuri, poi ci siamo messi a lavorare con massima disciplina e massima disponibilità di tempo, è sempre il tempo che dedichi ad una cosa a fare la differenza. Piano piano si va a creare un sistema di gioco, a credere in qualcosa di condiviso. Non è mai una partita sola, ci sono gli episodi, i momenti in cui hai più condizione sia fisica che mentale. E’ un lavorare in maniera seria che porta al risultato finale».
CORRELAZIONE TRA LE 5 SEMIFINALISTE ITALIANE E LA MANCANZA DELL’ITALIA AL MONDIALE – «Della mia squadra mi sono riposato io, in molti erano in Nazionale. Quando si parla di squadre di quel condominio altissimo, è normale che abbiano il 75% di giocatori in Nazionale. E’ sempre un dovere considerare tutto, nel calcio è importante dare disponibilità, allenarsi, voler essere alleanti».
COSA HA LASCIATO LA FESTA SCUDETTO – «Napoli ha insegnato come festeggiare uno Scudetto, ha insegnato come far partecipare tutti alla gioia di un’altra squadra. Napoli ci ha insegnato che la gioia, l’allegria e la felicità non hanno confine».