Oggi Mateo Retegui compie 24 anni. E siccome è da un po’ di mesi a questa parte si parla tantissimo di lui, non vi proponiamo altro racconto se non un excursus su quanto si è detto dell’oriundo più famoso da un bel po’ di tempo a questa parte, Per capire il tipo, per presentarlo a chi ancora non lo conoscesse, ci bastano le cifre. I gol sono 29 in 50 partite con la maglia del Tigre, club che nella Liga Profesional argentina dominata dal River Plate è attualmente in decima posizione, anche perché Mateo è fermo ai box. E in Nazionale, il pupillo di Mancini è stato inappuntabile, 2 centri in altrettanti incontri, equamente spartiti di piede e di testa: un exploit che negli ultimi 50 anni in azzurro è riuscito solo ad Orsolini, Enrico Chiesa e Chinaglia, qualcuno dei 3 qualche momento importante con l’Italia lo ha vissuto.
Tra le cose più curiose riguardanti Retegui, vi proponiamo queste:

1) L’endorsement di Fabio Capello. Basato in gran parte sulla registrazione desolante del panorama degli attaccanti convocabili dal Ct. Perciò, non si faccia tanto gli schizzinosi o i sovranisti sull’italianità del ragazzo, chiamiamolo che ce n’è assoluto bisogno.

2) Il timore di Humberto Grondona. Il figlio di Julio, storico presidente della Federazione argentina, in polemica con gli attuali vertici ha proposto quest’ipotesi di futuro attraverso una domanda: e se la prossima finale del Mondiale la decidesse proprio Mateo Retegui con la maglia azzurra invece che con l’Albiceleste? Dalle nostre parti non ha fatto tanto notizia, anche perché ormai non ci si fida più di quelli che pensano che noi si partecipi per diritto alla fase finale della coppa del mondo…

3) L’attacco di Christian Vieri. Sarà perché è cresciuto in Australia o perché il mondo lo ha girato o ancora semplicemente è un uomo intelligente, anche Bobo ha detto la sua sulla convocazione dell’oriundo. Mettendo a confronto il numero dei suoi gol e quelli dei concorrenti, finendo per concludere che l’unico da salvare è Ciro Immobile, gli altri han ben poco da reclamare contro l’italiano acquisito.

4) La normalità di Walter Sabatini. In controtendenza ai politicamente corretti e in nome di un’osservazione tecnica che certamente sa fare, dall’alto della sua esperienza l’ex direttore sportivo di un bel po’ di squadre è stato tranchant: «Retegui è un giocatore molto normale. Poi vedo che in area di rigore conosce qualche movimento ma da qui a dire che sia un giocatore per la Nazionale ce ne corre. Non voglio entrare in questa polemica, se lo hanno chiamato significa che va bene andrà bene a loro. Se sarà uomo mercato in estate? No. Se dovesse diventare uomo mercato significa che le società sono alla canna del gas. É un giocatore normale, non ha punti di forza eccezionali, è un giocatore normale in tutto quello che fa. Ma va detto a onor del vero che un attaccante che fa due partite e la mette dentro due volte è già un bel percorso. Però è l’esaltazione della normalità».

5) Il soccorso di Crespo. A cosa servono i connazionali se non ad aiutarti? Hernan Crespo, uno dei più forti attaccanti della Seleccion e della Serie A, in questo caso ha scelto soprattutto di proteggerlo dai paragoni altisonanti, primo fra tutti quello con Batistuta.

I rumors di mercato ultimamente danno l’Inter in pole position. Un mese fa ha parlato di Retegui pure il ministro dell’Economia argentino, Sergio Massa, uomo vicino alla dirigenza del Tigre sostenendo che ci siano già cinque offerte per lui, quattro delle quali provenienti da club europei. Quel che si dice il fascino del doppio passaporto…