Champions League
Napoli, Altafini: «Le ultime sberle potrebbero servire a Spalletti»
Le parole di Jose Altafini, doppio ex della sfida tra Napoli e Milan, sulla partita di questa sera che vale la semifinale
Jose Altafini, doppio ex di Napoli e Milan, ha parlato al Corriere della Sera della sfida di questa sera allo Stadio Maradona che mette in palio la semifinale di Champions League. Di seguito le sue parole.
IL PESO DELLA STORIA – «Direi che pesa anche la voglia di scriverla, la storia: il Napoli non è mai arrivato così in alto, ma c’è sempre una prima volta e quando arriva è speciale. Negli anni di Maradona i dirigenti non hanno saputo rinforzare la squadra: potevano diventare loro i più forti d’Europa invece del Milan».
PRONOSTICO – «Il pronostico è apertissimo, visto che il Napoli ritrova Osimhen: lui e Kvara sono una coppia da super golasso, non c’è dubbio ma l’assenza di Angui s sa per me è pesante. La Champions però è la competizione più grande, anche più del Mondiale: riserva sempre grandi sorprese».
MILANESI BENE IN EUROPA, MA FATICANO IN CAMPIONATO – «Anche a noi capitava nell’anno del primo trionfo: in Europa le energie si moltiplicavano. Per questo non mi stupisce quello che accade all’Inter: hanno fatto un colpaccio in Portogallo dove non è facile andare a vincere così. I portoghesi però sono sempre stati un po’ una bestia nera: mai fidarsi di loro, fino all’ultimo minuto».
NAPOLI – «A Napoli giocavo con Sivori, c’erano sempre ottantamila tifosi, eravamo secondi. La città impazziva. Ma perdemmo 4-0 con la Fiorentina e il pubblico, che si era abituato a vincere, era inc… nero. Ora tutti a Napoli sanno che è la notte più importante. Il problema è che lo sarà anche per il Milan. Spalletti? Quando vinci tanto e poi perdi una-due partite è come prendere una sberla, dà fastidio. Ma può servire».
L’ALTRO LATO DEL TABELLONE – «È quasi un peccato che due italiane si debbano sfidare tra loro. Si può sognare, ma con quella bestia di Haaland è dura. Per lui in telecronaca avrei dovuto inventarmi qualcosa di speciale».
SE AVREBBE VOLUTO COMMENTARE QUESTA SFIDA – «Certo, ma in Italia quando una cosa funziona, cercano di cancellarla. Tanti giovani mi chiedono perché non commento più le partite. Le faccio io una domanda: uno come Pizzul non avrebbe potuto fare ancora il telecronista? Non è che uno diventa scemo e sbaglia i giocatori…».