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Buon compleanno a… Sebastian Walukiewicz

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Walukiewicz

Oggi Sebastian Walukiewicz compie 23 anni. Un’età dove imporsi dei bilanci potrebbe sembrare prematuro. Se non fosse che il calcio, con le sue dinamiche e con le sue più o meno quotidiane valutazioni, finisce per importele. Volente o nolente. E da questo punto di vista, il giovane polacco qualche considerazione se la può fare, a partire dall’ultima gara del suo Empoli di due giorni fa. Anche questa, come tante altre, osservata dalla panchina, senza poter entrare in campo. Una situazione che “brucia” quando sei giovane. E a maggior ragione quando sei poco più in là dell’inizio e lo start era stato tutt’altro che malvagio. Andiamo a ricapitolare i fatti.

Nel 2019 Sebastian arriva in Italia. A volerlo è il Cagliari che annuncia il suo acquisto
definendolo «un centrale difensivo dalla grande struttura fisica». E aggiungendo: «Specialista nel gioco aereo, è dotato anche di buona tecnica e capacità di impostazione».

Se ci pensate bene, quando una società presenta un giocatore, tanto più se sconosciuto ai più data l’impossibilità di seguire il campionato polacco, deve muoversi su un equilibrio sottile. Che significa annunciarlo per quello che, lasciare intuire le potenzialità e non esagerare, onde evitare successive delusioni e l’emergere dei soliti che ti puntano il dito contro per quello che hai scritto. Poi c’è anche quel che dice lo stesso protagonista. Che le idee le ha chiare, come i modelli ai quali ispirarsi, sia nostrani che stranieri: «Ho scelto la Serie A perché so che c’è una buona scuola di difensori e posso imparare ancora tante cose, so di poterlo fare qui. Sono qui da poco, non posso ancora fare un nome tra i compagni, ma sono sicuro che imparerò tanto. I miei modelli di riferimento? Onestamente non c’è un solo giocatore, ma mi piacciono molto Piquè e Sergio Ramos, mentre in Italia Bonucci e Chiellini».

Ora, nel caso di Walukiewicz, le premesse scritte on-line si confermano in campo. Al primo anno in Sardegna, lo si vede calcare il terreno verde 16 volte. Non tutto fila liscio, ovviamente, ci sono anche quelle che si possono tranquillamente racchiudere nella definizione di “giornatacce” e ci sono bomber come Ciro Immobile che non si riescono a contenere. Ma è indubbio che il ragazzo di stoffa ne abbia anche perché non si è fatto illusioni, non ha pensato che ci sarebbero state scorciatoie, come racconta dopo pochi mesi a L’Unione Sarda: «Sapevo che avrei dovuto aspettare il mio momento. Penso solo a lavorare duramente per farmi trovare pronto. I compagni mi stanno aiutando tanto, in particolare Lykogiannis e quelli con maggiore esperienza. Le difficoltà non mi hanno sorpreso».

La seconda stagione lo vede ancora più in campo, 21 le presenze. Iniziano le voci di mercato che lo vorrebbero portare fuori dall’isola, del resto lui ai media del suo Paese non nasconde di avere avuto Liga, Bundesliga e Premier League tra i suoi sogni d’infanzia.

Ma non c’è fretta di andare via. Anche perché a Cagliari sta facendo un master di teoria e pratica della difesa con un certo Diego Godin come insegnante, è un’opportunità da non sciupare. I rumors di trasferimenti possibili non riguardano solo destinazioni estere. Nell’estate del 2021 si alimenta l’idea di un passaggio al Toro, in un ideale continuità con il connazionale Glik che tanto si è fatto apprezzare dalla gente granata. Ma la quotazione raggiunta dal giocatore, ormai è attorno ai 10 milioni, una cifra che induce a pensare molto prima di decidere di staccare l’assegno.

Il terzo anno a Cagliari rappresenta un’interruzione nella crescita di Walukiewicz. Colpa di un’operazione all’anca, che lo tiene fuori dall’attività agonistica per svariati mesi, di fatto gli fa saltare la stagione quasi per intero. La scorsa estate matura così il passaggio in prestito in Toscana e così Sebastian resta in A, a differenza della sua squadra. Ancora una presentazione e la convinzione di «avere fatto la scelta giusta». Difficile che lo pensi ancora, dopo una sola gara da titolare e un totale di 157 minuti.