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Buon compleanno a… Moise Kean

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Gli auguri di compleanno di oggi per Moise Kean, attaccante della Juventus che compie 23 anni. Tutti i dettagli

Oggi Moise Kean compie 23 anni. E prima di ogni altra considerazione, chiedetevi se istintivamente – che siate juventini o no – vi sembri plausibile. O se pensavate che fosse più giovane o più vecchio. Capita di perdere l’orientamento anagrafico con chi si mette in luce molto presto. E se c’è uno che l’ha fatto è stato proprio lui, visto che è stato il primo calciatore nato negli anni 2000 a esordire in Serie A e in Champions League. E non accontentandosi, in quel 2017 dove tutto era ancora da conquistare, è stato anche il primo della sua annata ad andare in gol in uno dei principali campionati europei.
Questa sensazione di un giocatore in rampa di lancio, pronto a bruciare le tappe, l’attaccante l’ha più rivissuta? Più in Francia che da noi, forse. La Juve di fatto lo ha scartato e poi ripreso, non è esattamente questa la parabola che si disegna se punti davvero su un giovane. Invece, al Psg, Kean di gol ne ha fatti tanti, più di prima e più di dopo, ma lì ci vuole qualcosa di più che la mera contabilità, ve lo immaginate oggi andare a sostituire uno a caso di un tridente formato da Mbappé, Messi e Neymar? Però, che ogni tanto il ragazzo di Vercelli apra una piccola finestra su un futuro possibile ad alti livelli, sarebbe sbagliato negarlo o sottovalutarlo. Persino oltre quel che ha detto recentemente di lui Massimiliano Allegri.

Che lascia intendere come su un ventiduenne (quando l’ha detto era ancora tale) sia tutt’altro che un giocatore e pure un uomo definito e tanto meno finito. C’è un processo in corso, le cose possono cambiare. E se è vero che i segnali dell’ultimo periodo per l’allenatore sono stati più confortanti, non è che durante la stagione non ci fossero stati sezioni di tempo più che positive. Tanto da essergli riconosciute all’esterno dell’ambiente dove è cresciuto, nel quale è sensata anche un’operazione di protezione del valore – anche economico – del ragazzo.

Diciamola tutta. In molti, quando si parla di Kean, scatta un riflesso automatico, un pensiero malizioso, un sospetto che non tutti hanno il coraggio di confessare, non quelli almeno che fanno parte del calcio di oggi: Moise è il Balotelli della Juventus.

Non quegli eccessi di comportamento (il maestro è difficilmente eguagliabile, del resto). E neanche quel talento selvaggio, perché Mario la palla la sapeva stoppare decisamente meglio dell’allievo ideale, la porta la centrava con sassate da lontano che pochi altri bomber hanno imitato nell’ultimo decennio. Insomma, tanta presunzione aveva una base tecnica, tale da non ritenere azzardata l’idea in potenza un campione c’era e in atto un campione c’era stato. Almeno all’Europeo del 2012, dove segnava gonfiando petto e muscoli e faceva pensare che un nuovo prototipo di attaccante italiano era finalmente nato. Moise, invece, è timido. Magari può arrabbiarsi e via social lasciarsi andare a uno sfogo, ma il massimo della sua espressività oltre le righe – per quanto è dato sapere dalla visione diretta – non va oltre il ballo nelle esultanze. Non sempre, tra l’altro, perché capita ancora che esistano idioti che lo insultano per il colore della pelle ed è capitato che dopo un gol si sia messo a guardarli fisso negli occhi. In posizione statuaria, con un valore di testimonianza di certi monumenti che non servono a nulla e non vengono considerati neanche dalla cancel culture perché non li guarda nessuno.
Invece Kean lo sguardo lo attira. Per errori talvolta elementari, che portano i più a bollarlo come inadatto alla Juve, definizione che non ha colpito solo lui, peraltro. Ma anche per come stacca di testa, ad esempio, e forse andrebbe aiutato con qualche suggerimento aereo in più prima di considerarlo al massimo un giocatore di complemento, niente di più di una riserva. Lui, che nella stagione in corso, è l’uomo che più di ogni altro in bianconero ha segnato gol pesanti, quelli che hanno sbloccato il risultato con l’Empoli, il Verona, la Lazio e lo Spezia.