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Lazio-Atalanta, biancocelesti mai in area di rigore
La sconfitta della Lazio con l’Atalanta all’Olimpico è stata salutata da sonori fischi dello stadio, che ha bocciato la prestazione della squadra soprattutto sul piano caratteriale
La sconfitta della Lazio con l’Atalanta all’Olimpico è stata salutata da sonori fischi dello stadio, che ha bocciato la prestazione della squadra soprattutto sul piano caratteriale. Gli «Undici Leoni» richiesti a gran voce dalla curva nel finale di gara non si sono visti, ma forse non si potevano vedere: perché Gasperini ha vinto su tutto e non poteva bastare un supplemento di determinazione per cambiare radicalmente la situazione.
Che le cose si mettessero male lo si è capito sin dall’inizio, ancora prima del vantaggio di Zappacosta, come ha raccontato Fabrizio Patania sul Corriere dello Sport: «La Lazio è stata subito soffocata. Neppure riusciva ad alzare lo sguardo, mancava un tempo di gioco, faticava a velocizzare il palleggio, era quasi stordita e impotente di fronte a un urto non resistibile. Provedel si è dovuto allungare in tuffo sul diagonale di Koopmeiners, Zappacosta non ha inquadrato il bersaglio in mischia, Hateboer ha colpito al volo ma centrale. L’Atalanta, nei primi dieci minuti, aveva già tirato cinque volte: all’intervallo 13 conclusioni, di cui 6 nello specchio».
Ed essendo la formazione di Sarri quella che nei primi tempi ha finora raccolto più punti, è come se i nerazzurri indiavolati gli avessero rubato i codici d’accensione. I numeri definitivi al termine dei 90 minuti più recupero non hanno fatto altro che confermare statisticamente ciò che è apparso a occhio nudo: tiri totali 13-23; tiri nello specchio 5-10; tiri da dentro l’area 4-12. Al di là dell’evanescenza di Immobile (non avesse rubato il pallone a Milinkovic spedendolo alto racconteremmo un altro destino?), il nostro campo denuncia tutti i limiti della prestazione della Lazio
C’è una sola zona di campo dove il dato dei palloni toccati è preoccupante: l’area di rigore dell’Atalanta. Un misero 1,4% che spiega meglio di ogni altro aspetto quanto non abbia funzionato la strategia Sarriana per trovare un varco nell’ottima fase difensiva organizzata da Gasperini. Non a caso, l’intervento più difficile Musso l’ha dovuto fare su un tiro da fuori area di Zaccagni, peraltro nato da un’errata impostazione.