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Marocco, Ben Jelloun: «Il calcio è un motore di emozioni»

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Le parole dello scrittore marocchino Ben Jelloun sull’impresa che sta compiendo la Nazionale del suo paese

Tahar Ben Jelloun, famoso scrittore e poeta marocchino, vincitore anche di un Premio Goncourt nel 1987 ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole sulla nazionale del Marocco, rivelazione di Qatar 2022.

PARTITA CON IL PORTOGALLO – «Ho visto la partita a Casablanca con gli amici. Quando En-Nesryi ha segnato il gol, siamo impazziti: abbiamo urlato, ballato come matti, alcuni piangevano per l’emozione. É stato un momento magico, magico, straordinario, magnifico».

EMOZIONI«Lo sport è il motore delle emozioni. Ma niente batte il calcio. È lo sport più popolare, quello che unisce le persone e dà loro un eccezionale senso di appartenenza. Non si può guardare una partita restando calmi, ben seduti, ragionevoli. Siamo motivati e giochiamo con tutti i nostri nervi e le nostre emozioni per più di 90 minuti. È fantastico»

QATAR – «Il Qatar ha fatto di tutto per riuscire ad essere scelto per l’organizzazione di questo Mondiale. Si parla di corruzione, pressione, ecc. Certo, era nel 2012 che si sarebbe dovuto protestare. Oggi il Qatar ha dimostrato di saper organizzare questo evento con la massima sicurezza e rigore. È vero che ci sono stati dei morti durante la costruzione dell’infrastruttura della Coppa del Mondo. È vero che i diritti dei lavoratorinonsono stati rispettati e che si è lavorato sotto un caldo soffocante. Ma bisognava dirlo quando è successo. E poi i responsabili sono le imprese edili occidentali che si sono aggiudicate il progetto per la realizzazione degli stadi. Perché non hanno imposto un’etica per proteggere i lavoratori, sapendo perfettamente cosa stava succedendo in questi paesi?»

MAROCCO – «Il Marocco oggi è un paese che si sta modernizzando e che sta diventando, sul piano economico, un paese emergente, cosa che preoccupa alcuni paesi europei.Il re Mohammed VI ha preso in mano la situazione, ed è stato lui che, dieci anni fa, ha fornito i mezzi per formare i giovani calciatori. La cultura oggi è una cultura di sfida. Sfida sportiva: sarà riuscita, anche se non vinciamo contro la Francia; sfida culturale: il morale del paese è molto alto e noi siamo orgogliosi di appartenere a questa grande nazione».

IMMIGRATI «Anche gli immigrati sono stati orgogliosi e commossi da queste vittorie, perché si sono sentiti meno soli, meno respinti visto che il Marocco è rispettato dai media e tutti si congratulano con i nostri giocatori. Si sono sentiti marocchini, orgogliosi e felici nel loro esilio».

FRANCIA – «Se il Marocco vincerà con la Francia, sarà la stessa gioia delle altre partite. Detto questo, nulla può impedire agli Atlas Lions, così chiamiamo la nostra squadra, di andare fino in fondo; sono guidati da volontà, forza, fede nella loro energia e possono vincere. Dimenticheremo per un momento la crisi Francia-Marocco, anch’essa, peraltro, in fase di attenuazione».

CALCIO E POESIALa poesia nasce quando un intero popolo scende in strada per esprimere la propria gioia, la propria felicità e il proprio orgoglio, il tutto in un’atmosfera calma e festosa. Quella è poesia».