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Inter, il gol di Dumfries come quello di Tonali?

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La vittoria dell’Inter a Lecce assume una valenza particolarmente simbolica per come è arrivata: la rete di Dumfries un segnale di svolta?

Si è parlato e giustamente celebrato molto in casa nerazzurra il gol di Dumfries che ha deciso Lecce-Inter. L’importanza dei 3 punti alla prima giornata non solo serve per il morale, non c’è niente di peggio che smorzare gli entusiasmi estivi.

Ma immaginate i commenti di questa settimana senza l’exploit dell’ultimo secondo. L’Inter di Inzaghi sarebbe stata l’unica delle 7 sorelle a mancare l’appuntamento con la vittoria. E sarebbe stato ancora più grave, visto che ha giocato con un Lecce privo ancora di una precisa identità anche per le assenze. E, soprattutto, avrebbe fatto riapparire i fantasmi di Bologna, che sono costati lo scudetto perché anche in quel caso la gara si era aperta come meglio non si potrebbe: all’epoca Perisic, stavolta Lukaku, per di più con una manovra che ha coinvolto Dimarco (scelta azzeccata di Inzaghi) e Darmian, a dimostrare come sugli esterni i nerazzurri possano calare carte che fanno saltare il banco.

Stavolta non ci sarebbe stato Radu a giustificare il passaggio a vuoto, il portiere era impegnato a confezionare una papera altrettanto gigantesca a Firenze. E, quindi, non sarebbero questi giorni semplici, anche perché sempre l’ultimo torneo insegna che perdere punti è inevitabile per chiunque, naturalmente, ma farlo quando tutto concorre per il meglio è davvero delittuoso.

Ma ci sono poi altri due motivi a rendere fondante per la stagione dell’Inter l’exploit di Dumfries.

Il primo è la cosiddetta Mourinhizzazione di Inzaghi che ad un certo punto ha messo anche Dzeko e Correa in campo, buttando 4 punte oltre a un Mkhitaryan più offensivo rispetto a Brozovic. Non che si sia potuto misurare concretamente il loro contributo (un tiro per il bosniaco, neanche un pallone toccato per l’argentino nei 2 minuti giocati). Ma il messaggio lanciato dall’allenatore è chiaro e se Dzeko avesse deviato lui il pallone invece che Dumfries (visto che avrebbe potuto farlo…), la forza della scelta del mister sarebbe ancora più evidente.

Ma ciò che conta di più, probabilmente, è ancora il nesso con lo scorso campionato. Se né parlato poco, ma è nei minuti conclusivi che il Milan ha determinato quella piccola differenza con l’Inter che è valsa lo scudetto sul petto.

Facendo i conti sulla zona Cesarini (delimitiamola: ultimi 5 minuti di gara e tempi di recupero, che ormai sempre di più stanno diventando una partita nella partita), i nerazzurri hanno un saldo di +1. Due punti li hanno persi in Inter-Juve, altrettanti li ha guadagnati Dzeko con il Venezia in casa e nel finale Sanchez ha evitato la sconfitta all’Olimpico di Torino.

Il Milan ha fatto meglio, +4. Vittoria a Spezia con gol di Diaz; pareggio a Udine di Ibrahimovic; un punto perso in casa con lo Spezia in un convulso epilogo con la rete di Gyasi; e poi, a tradurre simbolicamente e pesantemente il tutto, la rete di Tonali in Lazio-Milan, a detta di tutti – in primis Paolo Maldini – l’evento che ha deciso il campionato. Anche se sarebbe meglio risolvere i giochi prima, il gol di Dumfries dice che qualcosa è cambiato. Gli scudetti si vincono e si perdono anche così quando c’è grande equilibrio…

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