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Da Orsolini a Miranchuk: la ‘maledizione’ del vice-Ilicic in casa Atalanta
Dopo Ilicic nessuno è riuscito a raccogliere la sua eredità in casa Atalanta: una sorta di ‘maledizione’ che dura dal 2017
L’addio di Miranchuk (direzione Torino) è soltanto l’ultimo di tutta una serie di giocatori che, alla corte dell’Atalanta, non sono riusciti ad essere all’altezza del ruolo di vice Ilicic.
Cosa s’intende per vice-Ilicic? Tende a descrivere quel giocatore dotato di qualità, fantasia e decisivo in termini di assist e goal, capace non solo di subentrare al numero 72, ma anche di prenderne la sua eredità: un contesto che dal 2017 non ha visto neanche una pedina rispettare le aspettative iniziali.
2017-2018: Riccardo Orsolini
Dopo la qualificazione in Europa League, l’Atalanta aveva necessità di potenziare la squadra in attacco, e come vice Gomez (allora quel ruolo era ricoperto dall’ex numero 10 prima di essere spostato a trequartista) la scelta è ricaduta su Riccardo Orsoloni: allora uno dei talenti offensivi più promettenti del calcio italiano. Nonostante ciò, l’attaccante non riuscirà a trovare spazio con solo 8 presenze senza mai incidere completamente: ritornerà alla Juventus a gennaio.
2018-2019: Emiliano Rigoni
Andiamo alla stagione 2018-2019, dove l’Atalanta aveva deciso di prendere Emiliano Rigoni dallo Zenit: un giocatore tanto giovane quanto esperto in Europa, elogiato anche da un certo German Denis. L’inizio è assai promettente una doppietta all’esordio contro la Roma e la rete nel 2-2 con il Milan, ma è solo un fuoco di paglia. L’esplosione di Ilicic ha tappato le ali all’argentino, tutte le volte che è stato tirato in causa ha deluso le aspettative e la litigata con Gasperini dopo la sconfitta di Genova è stata fatale. Talento incompreso per quanto i suoi guizzi siano stati statisticamente decisivi per la qualificazione dell’Atalanta in Champions.
2020-2021-2022: Aleksey Miranchuk
Dopo un anno di ‘assestamento’, l’Atalanta vuole ridare a Gasperini un giocatore di qualità portando a Bergamo il russo Aleksey Miranchuk dalla Lokomotiv Mosca. Il primo anno nonostante il poco spazio a disposizione riesce a sfruttare ogni singola chance: le reti contro Mitjlland e Inter per poi arrivare alla Coppa Italia dove mette il suo zampino nel 3-2 contro la Lazio. Il ragazzo ha buona tecnica, ma pecca molto in fisicità e grinta: due fattori che l’anno dopo (visti gli infortuni) dovevano essere fondamentali per risollevare un’Atalanta priva di Ilicic. Troppo poco viste le aspettative, scaturendone la cessione al Torino.