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Benitez: «Orgoglioso dei due trofei vinti con il Napoli. Inter? Non c’erano risorse»

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Rafa Benitez

L’allenatore Rafa Benitez ha parlato delle sue esperienze in Italia al Napoli e all’Inter

Rafa Benitez, che in Italia ha allenato Napoli e Inter, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua esperienza italiana.

SCUDETTO NAPOLI – «Per gli azzurri sarebbe un traguardo incredibile perché la storia dice che vincere lì è più difficile che a Milano e sono orgoglioso che tra i miei 13 titoli, 2 li abbia conquistati col Napoli. Al di là dei trofei, ho sempre cercato di lasciare un’eredità ed è per questo che sono molto legato ai club dove ho allenato. Ma a Napoli sono rimasto più tempo rispetto a Milano. È una questione di “legacy”, come dicono gli inglesi, ed è stata più marcata: Insigne, Mertens e Koulibaly sono ancora importanti».

RAMMARICO – «Io guardo sempre avanti ma con un altro anno in Champions e la vittoria dell’Europa League dopo un’eliminazione discutibile, avremmo avuto più risorse da investire e una continuità progettuale. Potevamo attirare altri campioni ed essere più competitivi. Spesso nei giudizi si sottovaluta il peso di un episodio».

INTER – «La mia carriera si basa sul miglioramento della squadra, anche col mercato. Non c’erano risorse necessarie per rinnovare la rosa. Il caso di Coutinho fu emblematico, allora sconosciuto che poi si è rilevato plusvalenza importante. Al Real successe la stessa cosa e lanciai un giovane Casemiro in un contesto dove tanti grandi calciatori non erano tatticamente compatibili con loro».

INTER IN EUROPA – «Devono aver continuità negli anni, sono rimasto colpito di quello che ho visto contro il Liverpool. Purtroppo in questi casi gli errori si pagano subito. L’importante però è rimanere sempre a certi livelli, ha le qualità e la stabilità economica per farlo. Basterà fare sempre un po’ meglio senza interrompere la crescita».

CRESCITA CALCIATORI – «Il calcio di oggi è molto diverso rispetto al passato. Ci sono squadre che spendono molto e la competenza di un allenatore è fondamentale. Tutto dipende da tempo e obiettivi, se sono realistici. A Napoli ho avuto l’opportunità di far crescere Koulibaly, Zapata e Jorginho, che oggi valgono più di 50 milioni. Il futuro è nella sensibilità di analisi dei big data, col mio staff ci lavoro da anni: bisogna trovare sempre qualcosa di nuovo prima degli altri, se non si è tra i primi club».

SERIE A – «È sempre una questione di soldi. Vince chi è più ricco, e vincendo lo si diventa ancora di più. Poche società hanno creato una cerchia in cui è difficile entrare. Non è una questione di vivai o di stranieri. La capacità di spesa fa la differenza: in Inghilterra è quasi la normalità acquistare una coppia di terzini a 50 milioni l’uno, e a volte non basta nemmeno questo».

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