Bologna News
Sabatini: «Spalletti il migliore, tra Mbappé e Osimhen prendo il secondo. E la Roma…»
Walter Sabatini, ai microfoni del Corriere dello Sport, si è raccontato in una lunga intervista: ecco le sue parole
Walter Sabatini, ai microfoni del Corriere dello Sport, si è raccontato in una lunga intervista: ecco le sue parole.
IN QUANTI SONO – «Sei fortunato, siamo io e te soli, e il mio Santiago che gioca al primo piano con un amico».
UMORE – «Nero, insofferente. Devo tornare presto, il prima possibile, emigrando all’estero se serve, andrei anche in Belgio».
CRISI D’ASTINENZA – «Chiamala come vuoi. Sta di fatto che sono insonne. Brucio. Non dormo mai prima delle quattro…»
INSONNE – «Penso, leggo molto, mi agito, scrivo messaggi a chiunque, anche sapendo che non mi rispondono. Ora li manderò anche a te…».
MOGLIE – «Si sdraia sul divano e aspetta le 4 per venire a letto».
INOFFENSIVO – «Do le testate al muro… Il calcio è per me come la follia del gioco di Dostoevskij. Perdeva tutto, anche il cappotto. Restava sotto la neve in maniche di camicia e per tornare a casa si faceva mandare i soldi dalla moglie».
PERDE E RICOMINCIARE –«Ricomincerò, ma non modificherò i miei comportamenti. Non torno indietro… Una cosa ci tengo a dirti. Non mi sono dimesso dal Bologna».
ADDIO BOLOGNA – «C’è stato un corto circuito. Ho solo scritto a Saputo, dopo una brutta sconfitta in casa, dicendo che ero a sua disposizione per qualunque decisione volesse prendere. La mattina dopo è venuto in ufficio: “è meglio che le nostre strade si dividano”. Così mi ha detto».
BEL GESTO – «Questo è successo. Non è un trionfo per me, io credo molto nel laboratorio Bologna. Ma, attenzione, non è finita qui…».
PRECEDENTE – «Ci fu un precedente alla Roma. Me ne andai a metà stagione per un dissenso con Pallotta. Spalletti arrivò da solo a 87 punti. Io quella la sentivo come la mia Roma, non persi una partita. Farò così con il mio Bologna e alla fine tireremo la somme».
BOLOGNA IN EUROPA – «Sarà una riabilitazione della mia persona nei confronti del calcio. Non chiedo altro».
SAPUTO – «A me basta poco. Una parola, ma anche un’occhiata sbagliata. Sono fatto così, mi accendo. Ho capito che dietro quella parola di Saputo c’era una sua delusione e sono passato all’atto».
PALLOTTA – «Con Pallotta almeno ci sentivamo, direttamente o con delle mediazioni. Devo dire che anche io sono insopportabile. Caccio urla, strepiti per niente. Sono il primo censore di me stesso».
CHI LO AMA – «Avevo tanti amici attori, adesso li ho persi di vista, a parte Valerio Mastandrea con il quale mi lega un’amicizia straordinaria. Gli voglio bene. E Paolo Rossi, l’attore, al quale pure voglio un bene speciale. Un fenomeno di bravura e di generosità».
DIFFICILE GIRARE A NAPOLI – «L’ho letto. Sorrentino mi attrae, è un genio. E poi ha sempre dato uno spazio nobile nel suo cinema alla sigaretta e al fumo. La Grande Bellezza l’ho visto tre volte. Questa sua uscita mi genera un dubbio profondo».
RITORNO AL BOLOGNA – «Improbabile. Io non ho bisogno di tornare al Bologna, il mio sogno è pacificarmi con me stesso, tornare a praticare l’idea del calcio che ho in testa, ovunque questo sarà possibile».
RICORDI – «Quando Musa Barrow girava la gamba in allenamento per prepararsi al tiro. Andavo sempre agli allenamenti con il batticuore per vedere i miei talenti. Schouten, per dirne uno, è il tipo di giocatore che manca alla Roma».
ADDIO DOLOROSO – «Quello col Bologna. Mi duole fortemente. Mi mancano il club e la città. Il Covid rischiava di uccidere uno nelle mie condizioni e Bologna mi ha protetto in tutti i modi, con un cordone sanitario e affettivo straordinario».
MIHAJLOVIC – «È un uomo insospettabilmente sensibile e tenero, ma è ancora in fase di maturazione. Deve mettere a fuoco le sue priorità. Ci deve lavorare sopra».
PRIORITA’ – «Quella di diventare un grande allenatore, non un allenatore invischiato in troppi luoghi comuni. Ha tutte le risorse intellettuali e di esperienza per scappare dai suoi cliché e diventare un grande. Parlo dei cliché che gli hanno affibbiato del “sergente di ferro”, dell’uomo che fa crollare gli spogliatoi e attacca i giocatori ai muri. Un grande allenatore non ha bisogno di scenate, ma di dire cose, contenuti».
GRANDE SQUADRA – «Lui è ancora al cinquanta per cento delle sue possibilità e della crescita come uomo, ma ha tutto per farcela, ha carisma, ha le idee chiare, sa parlare ai giocatori».
INTER – «Ho fatto una grande cagata che un professionista non può fare per nessun motivo. Non mi perdonerò mai. Non mi sono mai perdonato nulla, ma questa meno che mai».
DZEKO ALL’INTER – «Un effetto bruttissimo. Da star male. Soprattutto per mio figlio Santiago che non si rassegna».
SAMPDORIA – «Ci siamo solo spintonati. Ferrero stava inveendo contro Giampaolo sulla porta dello spogliatoio dopo una brutta partita persa a Bologna. Non potevo stare lì a guardare».
SARRI – «Deve ancora colmare lo spazio che c’è tra la sua idea di calcio e le risposte della squadra, che sono intermittenti ma cominciano ad esserci».
IDEA DI CALCIO – «Una squadra che abbia decoro, dignità e autostima, il talento giovane che serve. E un’umile ambizione. Una squadra senza ambizione è una squadra fasulla. La mia aspirazione? Rendere felice la gente».
GENTE FELICE – «Certamente a Palermo, a Roma a intervalli regolari, anche il primo anno di Spalletti all’Inter ho visto gente felice».
MOURINHO – «Puoi ben dirlo, quella di Mourinho è una fragorosa vittoria. Ha reso felice una città intera. Io ci vivo a Roma, da anni non vedevo i romanisti così euforici».
ULTIMI RISULTATI – «Deve dare lustro alla sua fama. Un trofeo è quello che ci vuole. Mourinho e la Roma ne hanno bisogno. Sarebbe un impulso straordinario. Mi risulta che saranno 40mila domenica all’Olimpico».
TRIADE GIALLOROSSA – «Stiamo parlando solo di una favola cosmica. Luciano e Daniele, oltre che due professionisti straordinari, sono una compagnia straordinaria anche a tavola. Con loro i cenacoli sarebbero interminabili».
KO IN CONFERENCE –«Un incidente frontale. Una squadra pronta per giocare quella partita contro una squadra che non era pronta. Con quel freddo, quel vento e il campo in sintetico. È durissima. Loro sapevano cosa fare, la Roma no. Evidente che ha preso sottogamba il problema. Non sapevano proprio dove si trovavano».
SPALLETTI – «Lui è il più grande di tutti, la follia lo aiuta. Ha in testa e canta gli inni dei tifosi del Napoli, sta cercando di costruire un sentimento potente che consenta di superare i momenti difficili che comunque ci saranno. Vincerà, anche se tutti a Napoli a cominciare da lui si toccheranno».
RISERVE ROMA – «Considero un errore averlo sottolineato così tante volte. Era un messaggio che voleva mandare alla società».
MOURINHO CONTRO SPALLETTI – «Scontro titanico, anche se i due si rispettano molto. Quello della Roma lo considero solo un incidente di percorso, il rischio è che i giocatori del Napoli credano di poterli sbranare, ma Luciano non glielo permetterà. Se la Roma dovesse andare in vantaggio, loro sono maestri nel difendere e nel ripartire».
GIOCATORE TOP NAPOLI – «Osimhen su tutti. Fa tutto, segna in ogni modo, è inarrestabile. Si precipita su pallonate impossibili e le fa sue. Oggi, tra Mbappé e Osimhen io mi prendo Osimhen».
RITORNO – «Tornerò in pista presto. Odio l’oblio, è l’anticipo della morte, quindi rassegnatevi a vedermi ancora vivere e agitarmi».