Editoriale
Serie A, dove eravamo rimasti: un mese di apnea a caccia del Napoli
Dopo la pausa Nations League e affini torna la Serie A: un mese ad alta intensità per delineare i rapporti di forza
Finalmente vigilia di Serie A. La prima metà di ottobre ha vissuto sulle spalle di una Nations League filata via senza troppa gioia per gli Azzurri e con la Svizzera che nel frattempo ha appaiato i ragazzi di Mancini nel girone di qualificazione ai Mondiali. In attesa, ovviamente, dello scontro diretto di metà novembre che potrebbe definire il discorso primato.
Prima, però, una ventina di giorni da vivere tutto d’un fiato che in questo blocco propone ben cinque giornate di campionato. Cammino denso di scontri diretti in chiave Scudetto, a definire con un pochino di chiarezza in più i rapporti di forza tra le big.
Calendario che favorisce indubbiamente la lepre, il Napoli da record di Spalletti che avrà la sola trasferta nella tana di Mourinho tra gli impegni a rischio elevato. Torino, Bologna, Salernitana e Verona il filotto di gare per lanciare la prima vera fuga dell’anno.
Anche perché alle spalle ci sarà da remare, a cominciare da un Milan che più che dalle prossime rivali avrà la testa annebbiata dalle assenze. Se la buona notizia è il recupero quasi definitivo di Ibra, non si può negare che la mancanza, possibilmente breve, di Theo Hernandez e quella ben più prolungata di Maignan possa costituire ostacolo pericoloso.
Ma sull’altra sponda dei Navigli c’è ben poco da sorridere per le disgrazie altrui. L’Inter sin qui un pochino altalenante ha bisogno di trovare continuità, ma gli incroci con Lazio, Juve e i cugini rossoneri daranno inevitabilmente risposte più credibili sul lavoro di Simone Inzaghi.
Dalla Roma in giù, poi, saranno tre settimane cruciali per non rischiare già di rimanere tagliati fuori dalla lotta per il titolo. I giallorossi tra Juve, Napoli e Milan dovranno dimostrare di aver superato il longevo complesso di inferiorità nei confronti delle “sorelle”, mentre per gli stessi bianconeri, Atalanta e Lazio il -10 dalla vetta risuona inevitabilmente come un aut aut: perdere altri punti non può essere un’opzione.